Aldo Masullo: «La soluzione? Tutti a casa»

porta la sporta

Su segnalazione di un nostro lettore e commnetatore Emilio di Meglio pubblichiamo questo articolo di Aldo Masullo, che pur riferendosi a una situazione diversa che è quella di Napoli ha parecchi spunti interessanti che potremmo prendere a spunto anche per Procida.

Aldo Masullo

 (di Francesco Tancredi da la Discussione)

Aldo Masullo
«Siamo arrivati ormai al punto estremo di un processo di disfacimento del rapporto tra le istituzioni ed i cittadini, che poggia sul disgregamento delle istituzioni nel loro interno. Le amministrazioni sono divise, non riescono a trovare elementi di accordo sostanziale per porre rimedio ai problemi della collettività. Restano preponderanti, purtroppo, le preoccupazioni dei gruppi o delle singole persone per il mantenimento delle proprie poltrone o per i propri affari. È ovvio che questo, alla lunga, porta alla paralisi». E tranciante il giudizio di Aldo Masullo, filosofo e politico napoletano e vera e propria coscienza critica della città di Napoli.
I partiti di opposizioni invocano elezioni anticipate al Comune di Napoli. E’ una via d’uscita praticabile?
Credo che ormai stia diventando una specie di malattia nazionale quella di chiedere dimissioni dello schieramento di maggioranza allorquando si giunge all’impasse amministrativa. Ma questo è l’indice più clamoroso del fallimento di tutti gli schieramenti, più in generale della politica. A Napoli, in modo particolare, soffriamo da una parte l’ormai cronica chiusura della maggioranza di governo e dall’altra l’atteggiamento dell’opposizione che, sostanzialmente, è sempre stata la miglior alleata della compagine di governo: negli anni, il centrodestra non ha avuto alcuna capacità di iniziativa concretamente “oppositori?.
Dunque?
L’unica cosa decente che dovrebbero fare tutti coloro che hanno cariche istituzionali nella nostra regione, è quella di dimettersi. Ma non perché lo chiedono le opposizioni. L’estremo rimedio in democrazia, anche quando ad amministrare è una persona onesta, ma in minoranza e non riesce a raddrizzare il timone della barca, è quella di dimettersi. L’estremo segno del degrado in cui ci troviamo è questo attaccamento alle poltrone. Se Bassolino si fosse dimesso tempo fa probabilmente avrebbe lasciato l’elettorato napoletano più libero di giudicare il da farsi.
Lunedì una nota agenzia di rating ha confermato la situazione di dissesto finanziario in cui versa il Comune di Napoli, nonostante l’aumento della Tarsu. Non le sembra una beffa per i napoletani?
Purtroppo ci sono degli esempi precedenti di stato di insolvenza del Comune consacrata anche giuridicamente, come avvenne nel ‘93. Purtroppo sembrava che quel tipo di incapacità nella gestione delle risorse pubbliche fosse stata superata. Ed invece ci rendiamo conto che ciò che è venuto dopo è stato anche peggio. Queste piaghe amministrative le abbiamo già subite e pagate a caro prezzo. E’ l’ennesima “truffa” che viene imposta al nostro popolo.
In che senso?
Non può definirsi diversamente l’atteggiamento di chi si proclama un grande amministratore, si fa eleggere per governare e risanare e poi, viceversa, manda tutto allo sbaraglio. Il problema è che non c’è la volontà di superare le difficoltà. L’incapacità nel riunire i membri di un’assise per approvare un bilancio indica il disfacimento della nostra realtà politica. E le vittime sono i cittadini nel loro complesso, soprattutto quelli più deboli.
Cosa ne pensa dei molteplici commissariamenti che hanno colpito negli anni la città di Napoli?
Ho sempre sostenuto che una pessima gestione democratica sia preferibile ad un buon commissariamento. Però, è indubbio che le tante strutture commissariali che sorgono nelle nostre istituzioni siano l’indice della disgregazione delle capacità istituzionali. I commissariamenti sottolineano il fallimento delle istituzioni e di coloro che sono stati chiamati a governare.

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