La musica “d’ambiente” (diffusa in negozi, alberghi, bar, oltre che attraverso le radio e le televisioni) porta alle casse delle imprese discografiche italiane, e di riflesso agli artisti, quasi un quarto di quanto ricavato dallo smercio di prodotti discografici nei punti vendita tradizionali e sulle piattaforme digitali: 42,6 milioni di euro nel 2008 a fronte dei 178 milioni incassati vendendo cd e download a pagamento.
E mentre il fatturato discografico (fonte FIMI/Deloitte) cala del 21 %, quello dei “diritti” discografici cresce del 23 %.
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