Lo ha disposto il Gip con un’imputazione coatta. La LAV denunciò fatti.
PROCIDA (NAPOLI), 4 FEB – Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli, Loredana Di Girolamo, ha disposto l’imputazione coatta ed il contestuale rinvio a giudizio, con l’accusa di abuso d’ufficio in concorso, a carico di Riccado Strada, direttore dell’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno”, del dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune di Procida, e dell’amministratore della società che gestiva l’allevamento di tonni rossi al largo dell’isola di Procida (Napoli). I fatti risalgono all’estate del 2008 quando il direttore dell’Area Protetta, Riccardo M. Strada. rilasciò un ‘Nulla Osta’ alla conduzione di un allevamento intensivo di tonno rosso in zona ‘b’ dell’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno”, in assenza di valutazione di impatto ambientale. La LAV, presentò al Commissariato di Polizia di Ischia un dettagliato esposto al fine di «verificare se tali condotte fossero idonee a concretizzare un eventuale reato e/o illecito amministrativo». Le indagini furono condotte dall’ispettore Giuseppe Gandolfo del Commissariato di Ischia. Il PM dopo aver acquisito la documentazione necessaria, assunto informazioni ed effettuato interrogatori, avanzava richiesta di archiviazione. La LAV si è presentata in qualità di parte lesa, con l’avvocato Francesco Rubinetti del Foro di Napoli presentando opposizione all’archiviazione. Il GIP, riguardo alla posizione del direttore del parco marino, Riccardo Strada, specifica che: ”come accertato dalla polizia giudiziaria, l’indagato non appare neutro e disinteressato nell’adozione del provvedimento perché vi imponeva alla società concessionaria di far effettuare una verifica di impatto ambientale ad una o altra di due società da lui indicate (con esborso di danaro), nelle quali lui aveva avuto di recente passato rapporti di collaborazione’. «Siamo soddisfatti della decisione del GIP perché accoglie tutte le nostre considerazioni e fermo restando il principio d’innocenza fino a sentenza definitiva, l’accusa è grave e allarmante, per questo è opportuno che tutta la faccenda venga presa in esame dal Tribunale, a garanzia di tutti, indagati compresi», dichiara Ciro Troiano, responsabile nazionale Tutela Ambiente della LAV e estensore della denuncia che ha portato all’imputazione coatta degli indagati. (ANSA)