Due o tremila persone, non di più: annunciata come un’imponente dimostrazione di forza del mondo della caccia, la manifestazione dei cacciatori di stamattina a Roma è finita con un completo fallimento.
Lo dichiara la LIPU-BirdLife Italia, che da Roma commenta di un corteo sparuto e con le idee piuttosto confuse, che andavano da un non ben precisato sostegno alla cultura rurale, peraltro affermato in assenza di tutte le associazioni agricole, a qualche striscione antianimalista fino all’ormai improbabile richiesta di modifica filo venatoria della legge 157: questa dunque è stata la tanto declamata marcia su Roma dei cacciatori. In sostanza – prosegue la LIPU – una vera e propria debacle, per molti versi prevedibile, ma che dice di un movimento venatorio ormai vecchio, stanco e sempre più in crisi.
Dall’altra parte, abbiamo invece un intero Paese che con percentuali del 70, 80% ed oltre, come ha riconfermato il nuovo e dettagliato sondaggio Ipsos, chiede la forte riduzione dell’attività venatoria, per non dire la sua abolizione.
In questo quadro, apparirebbe del tutto inspiegabile se Governo e Parlamento non decidessero che non solo la stagione di “caccia selvaggia” è ormai finita, con i suoi disegni di legge Orsi e i blitz nella legge Comunitaria, ma che è tempo di rilanciare una seria politica ambientale, a partire da un rafforzamento delle norme a tutela di animali selvatici e biodiversità.
9 marzo 2010
UFFICIO STAMPA LIPU-BIRDLIFE ITALIA