Procida. Che fine farà la sanità privata?

Sarà pure, come dice qualcuno, che il peggio della crisi economica mondiale è passato ma, a sentire il malessere e le rivendicazioni che giungono dal mondo del lavoro, qualche dubbio ci resta. A questo proposito registriamo la nota del Dott. Salvatore Calvano, direttore del Centro di Riabilitazione di via Salette di Procida, che scrive alla conduttrice della nota trasmissione di RAI 3 “Report” per sottoporle le problematiche che investono i lavoratori di questo settore e le inevitabili conseguenze che si ripercuotono sui cittadini.
“Gent.ma Milena Gabbanelli
Conduttrice del programma REPORT
Le scrivo questa mia perché ho appreso dalle anticipazioni, che l’argomento del suo programma del 06/12/2009, sarà incentrato sul tema della Sanità Privata.
Sono un dipendente di un centro di riabilitazione privato convenzionato con l’ASL NA2 Regione Campania in fase di accreditamento. Da circa un anno in qualità di Responsabile Regionale UGL Sanità Area Riabilitazione e Prevenzione, cerco di dare un contributo concreto per la risoluzione delle molteplici problematiche che attanagliano il settore della riabilitazione, attraverso lettere e segnalazioni alle autorità competenti, ma ad oggi, nulla è cambiato.
Le scrivo perché sarebbe bello se, nella Sua trasmissione di approfondimento sociale, così attenta alle problematiche della nostra epoca, fosse dato qualche accenno alla drammatica situazione in cui versa il nostro settore.
In Italia siamo circa 150.000 operatori sanitari con CCNL A.I.O.P. (Associazione Italiana Ospedalità Privata ), siamo laureati, specializzati e ogni anno spendiamo i nostri soldi per corsi di aggiornamento obbligatori (E.C.M.); siamo a contatto ogni giorno con il dolore, con problemi spesso gravi di cui chi è sano non conosce neanche l’esistenza, eppure, le nostre figure professionali non sono per niente riconosciute: per i nostri datori di lavoro siamo come una “scarpa stretta”, che quando c’è poco lavoro sono pronti a “buttare via”, a licenziarci, sospenderci dal lavoro, ridurci l’orario.
Mentre loro continuano ad arricchirsi dando vita ad altre strutture, per noi, dipendenti con contratto a tempo indeterminato, non sono previsti ammortizzatori sociali: mobilità, cassa integrazione etc, etc. ed io mi chiedo se tutto questo è giusto.
Per la Regione Campania siamo un settore sul quale operare dei tagli: riduzione dei (LEA) Livelli Essenziali di Assistenza, disposizione di budget mai sufficienti a coprire il fabbisogno di assistenza di 12 mesi, come se non operassimo nella sanità e quindi con persone ammalate, disabili con problematiche che riducono di tanto la qualità della loro vita.
Per lo Stato poi… forse per lo Stato non esistiamo neanche: non esiste un Albo che inquadri le nostre figure professionali e protegga il settore e gli assistiti da ciarlatani e improvvisatori di turno e nessuno si ricorda che il nostro CCNL A.I.O.P. Sanità Privata è SCADUTO dal 2005.
Ebbene sì, ha capito bene cara Conduttrice, stiamo lavorando da circa cinque anni percependo uno stipendio che non è più adeguato al costo della vita attuale, il nostro potere di acquisto si è fermato a quello di cinque anni fa. Immagini la nostra frustrazione rispetto ai colleghi del comparto Sanità Pubblica ai quali invece il contratto è rinnovato alla scadenza naturale e sono tutelati e garantiti anche nei momenti di crisi nazionali.
Perché esistono queste discrepanze?
Perché, malgrado la Regione adegui le tariffe ai gestori profit, questi non adeguano i contratti alla loro forza lavoro, ovvero gli Operatori Sanitari? Visto che le Associazioni di Categoria, vedi A.I.O.P., nel Direttivo accolgono sempre gli stessi gestori profit delle cliniche, centri di riabilitazione…
Spero di essere stato abbastanza chiaro, sono a sua disposizione per eventuali chiarimenti o delucidazioni in merito ad una problematica abbastanza articolata.
La ringrazio anticipatamente per la Sua attenzione, per l’opportunità di portare alla luce situazioni ormai stagnanti da anni. Dott. Salvatore Calvano”

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