Dopo un anno e mezzo se ne è accorta anche lei!:Iervolino: la legge sui rifiuti è incostituzionale

«Il decreto di Bertolaso» va­rato per affrontare l’emergenza rifiuti in Campania, poi trasformato in legge, «così com’è, è incostituzionale». Addirittura «lo capirebbe anche uno studente iscritto al primo anno di giurisprudenza». È la sindaca napoletana Rosa Russo Iervolino ad aprire un fronte polemico molto forte col governo, ma sopratutto col capo della Protezione civile. Il tutto, peraltro, a poco più di tre settimane dalla chiusura del commissariato per l’emergenza rifiuti. Per la sindaca, infatti, la legge «stabilisce un trattamento solo per i cittadini della Campania. Un po’ come il lodo Alfa­no, che valeva solo per quattro persone e che per questo è stato ritenuto in­costituzionale. Una legge, infatti, non è per una sola regione ma per l’intero territorio». La Iervolino fa riferimento alla legge che prevede solo per la regio­ne Campania «l’impossibi­lità di avere deroghe sulla decisione di mettere a ca­rico degli enti locali le spe­se per il trattamento dei ri­fiuti ». «Purtroppo adesso è legge e non possiamo fa­re più niente, solo ade­guarci — rimarca la sinda­ca —. Senza le modifiche proposte per gli enti loca­li ci avrebbero consentito di appellarci alla Corte co­stituzionale, ma con quel­le attuali non era possibi­le e quindi i cittadini di Napoli devono subire un trattamento diverso ri­spetto al resto d’Italia».

L’affondo della prima cit­tadina arriva nel giorno in cui al Comune viene il­lustrato lo schema per ot­tenere gli sgravi fino a 150 euro nel pagamento della Tarsu se si dispone di alcuni requisiti (se si abita a Chiaiano; se si è titolare di un Isee inferiore a 8.500 euro; se c’è un conviven­te invalido al 100 per cento; se in famiglia c’è un anziano almeno 65 enne; se si han­no almeno tre figli di cui due minori).

Alle parole della sindaca replica quindi Guido Bertolaso. Nero su bianco, con una nota proveniente dagli uffici della Prote­zione civile, il sottosegretario si dice «stu­pito che, ancora una volta, si attribuisca all’attuale governo la responsabilità della norma che prevede l’obbligo della coper­tura integrale dei costi di gestione dei ri­fiuti mediante la Tarsu per tutti i comuni campani». Bertolaso ricorda infatti che «l’introduzione della tariffa per la gestio­ne dei rifiuti urbani, come già da più par­ti ricordato, è prevista dall’articolo 7 del decreto legge 61/2007, emanato dal gover­no precedente. Ed è altrettanto singolare dover rilevare la pretesa che, nonostante si sia oramai a pochi giorni dalla definiti­va chiusura dello stato d’emergenza, ciò che è valido per tutti i Comuni d’Italia non debba esserlo per il Comune di Napo­li ». Clima surriscaldato, insomma, lungo l’asse Napoli-Roma e nei giorni in cui si tirano le somme sulle per­centuali di differenziata raggiunta dai Comuni nel 2009. Napoli compresa.

Alla sindaca Iervolino re­plica anche il vicecoordi­natore cittadino del Popo­lo della Libertà, il deputa­to Maurizio Iapicca, che ri­tiene «davvero singolari i ricorrenti vuoti di memo­ria del sindaco napoletano che commentando gli alti costi della Tarsu a Napoli, attribuisce al sottosegreta­rio Bertolaso la paternità di un provvedimento par­torito, due anni e mezzo fa, da Prodi», dice Iapicca. Che aggiunge: «Evidente­mente — aggiunge — alla Iervolino deve essere sfug­gito che il decreto numero 61 dell’11 maggio 2007 fu firmato dall’allora presi­dente del Consiglio Roma­no Prodi e non dal sottose­gretario Bertolaso. Un’eve­nienza che, comunque, ben poco cambia la realtà delle cose. E che, soprattut­to, non ridimensiona le gravi inadempienze di cui, in quest’ultimo decennio, si sono resi responsabili il sindaco di Napoli e il go­vernatore della Campania in merito all’emergenza ri­fiuti, e agli alti costi che og­gi gravano sui cittadini di Napoli e della Campania». «Una lezione che, cosa anco­ra più grave, non ha insegnato nulla al sindaco di Napoli, che anche per quanto concerne il decreto Ronghi sulla raccolta differenziata, è lontano dagli obiettivi pre­visti dalla legge. Ciò — spiega il deputato — senza voler aprire il capitolo Asia il cui rapporto, non essendo ancora stato rego­lato da contratto di servizio, nei fatti non permette al Comune di espletare alcuna forma di controllo». (Paolo Cuozzo, il Corriere del Mezzogiorno, tratto da: napolionline)

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