Elezioni Comunali a Procida: Le istruzioni per l’uso di Francesco Marino

di Francesco Marino

Il 27 febbraio alle ore 12,00 verranno depositate le liste elettorali. Procida, Comune di circa 10.500 abitanti presenterà, quasi sicuramente, tre liste certe e, forse, una quarta di dissidenti di sinistra.
La domanda, ovvia, che va posta al cittadino elettore è la seguente: siete contenti di questa decennale amministrazione pur priva del suo centravanti Gerardo Lubrano?
Se SI votatela.
Se, invece, siete insoddisfatti decidete di porre la X sulle altre due o tre liste, vedendo da quale personaggi è composta ma, soprattutto, cercate di conoscere i loro programmi e DIFFIDATE di coloro che promettono cose impossibili da realizzare, cercate, inoltre, di individuare nelle liste eventuali infiltrati che, per un tornaconto personale, potrebbero essere gli hackers del computer amministrativo comunale.
Ma, altra domanda, come vengono composte le liste elettorali a Procida?
Di solito si cercano candidati che possono portare voti in virtù non delle idee e dei programmi ma per relazioni familiari, e qui sta il tallone di Achille della nostra comunità, ed è purtroppo anche in questo caso il guaio della democrazia procidana.
Chi vince si piglia tutto e la minoranza resta a guardare impotente, schiumando rabbia. Coloro che proprio non possono fare a meno della politica cercano di buttarsi, alla prima occasione, sul carro del vincitore.
Il dominus della politica procidana è, sicuramente, Luigi Muro, oggi impegnato nella sua ennesima campagna elettorale regionale e, dopo Tatarella (un Ribot purtroppo deceduto prematuramente), oggi sembra essere trainato da Italo Bocchino che proprio cavallo di razza non è.
Tutti i procidani benpensanti si augurano che Luigi, primo o poi, entri nell’arena di Montecitorio, e noi siamo tra questi giacché è evidente che se non si entra nella stanza dei bottoni noi resteremo un’isola minore. Prendete, ad esempio, Nusco o Ceppaloni che, avendo dato i natali a De Mita e Mastella, hanno ricevuto notevoli benefici.
Anche l’ex sindaco Aniello Scotto di Santolo, perso il suo referente dell’epoca Enzo Mazzella (per morte naturale) fu costretto a gettare la spugna. Ora, tenacemente, torna a combattere in virtù di un ideale che lo ha portato a scendere a compromessi di coalizione con l’emergente Dino Ambrosino e l’ottimo avv. Antonio Intartaglia.
C’è poi l’amico e compare Salvatore Costagliola, un idealista che cominciando a mangiare politica fin da ragazzo e sfidando pregiudizi e trappole politiche cerca, dopo essere stato un grande assessore (col presunto fallimento del progetto “Bannock “ che attualmente è bloccato dai scarsi e rocciosi fondali del molo adiacente la Capitaneria di Porto) di portare avanti i giovani futuri amministratori con la figura del piccolo cicerone avv. Mariano Cascone (la sua presenza scenica e proprietà di linguaggio è stupefacente).
C’è, forse, un terzo personaggio, stimato da me, l’ing. Giuseppe Rosato, figura limpidissima che, forse, ha un solo difetto che, in politica pesa come un macigno: l’intransigenza. Lo consigliamo, comunque, a qualunque amministrazione futura come assessore ai lavori pubblici, sarebbe per tutti i cittadini un segnale.
Oggi, venendo alle conclusioni, il problema dell’Italia non è la recessione, non sono i terremoti, ma la corruzione che non è tutta pro partiti come ai tempi di Craxi, ma ad personam. Purtroppo sembra che nelle liste che si vanno formando qualche virus latente c’è. Il nostro antivirus è il voto: votiamo con il cervello.

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