Mentre Franceschini e tutta la sinistra italiana stanno dietro al gossip che in questi giorni avvolge Silvio Berlusconi come una grigia e calda coperta, l’attenzione dell’opinione pubblica si allontana sempre di più da quelli che sono i problemi veri, seri ed incalzanti di un Paese sull’orlo di una crisi di nervi.
L’approvazione del pacchetto sicurezza ieri sera al Senato (disegno di legge 733) non ha fatto notizia.
Oltre alla contestatissima questione sui medici che saranno obbligati a denunciare i clandestini, troviamo anche qualcosa di riguardante il Web e cioè l’articolo 50-bisE che prevede la “Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet”, con l’esigenza di “normalizzare” questo incontrollabile flusso di informazioni attraverso la rete.
Il testo la prossima settimana approderà alla Camera.
“Da oggi in poi chiunque si esprima mediante Internet contro una legge del passato o appena approvata, si vedra’ bloccato dai provider entro 24 ore. Il blog o il sito in questione verra’ oscurato ovunque si trovi, anche se all´estero. Inoltre i provider dovranno sborsare dalle 50mila alle 250mila euro e i blogger “non allineati” si faranno dagli uno ai 5 anni di carcere per istigazione a delinquere e apologia di reato, e da 6 mesi a 5 anni per istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico e all´odio fra le classi sociali.” (articolo21.info)
Ora si dica quello che si vuole, ma da tutto questo emergono due cose molto importanti: la prima è che la sinistra italiana fino a quando non riuscirà a fare la sinistra, si farà sfuggire l’opportunità di tornare ad avere il rispetto della gente e l’altra è che, poco alla volta, ci vengono limati via degli spicchi di libertà.
Lentamente, in maniera quasi impercettibile, ma sta avvenendo: e sappiamo bene che una goccia dopo l’altra l’acqua buca la montagna.