Una domenica d’inferno sulle banchine di Ischia e Procida quella del 4 luglio scorso. Un migliaio di passeggeri che cercavano a tutti i costi d’imbarcare sui traghetti delle ultime corse della Caremar e della Medmar per rientrare in continente dopo la giornata di mare. I controlli degli uomini della Capitanerie di Porto che gentili, ma inflessibili, vietavano ai passeggeri di salire. A bordo non ci sono posti sufficienti! La trasportabilità è scesa. Un traghetto che poteva trasportare 1061 unità, ora ne può caricare solo 690. C’è da rispettare il decreto legislativo 45/2000 che , in base alla direttiva europea 98/18, detta i criteri relativi alla sicurezza della navigazione e la salvaguardia della vita umana in mare. Così, essendo gli “atolli” di salvataggio in dotazione delle navi inidonei a far fronte alla situazione, in caso di pericolo, viene imbarcato solo il numero dei passeggeri “coperti”.
“La Medmar – dice il direttore commerciale Salvi Monti – non ha il problema della riduzione della stazza in quanto da tempo ha provveduto agli adeguamenti richiesti. Le difficoltà d’imbarco sono state dovute ad una straordinaria richiesta d’imbarco che ha comportato l’utilizzo di una nave più capiente. Il che qualche ritardo dovuto ai tempi tecnici per organizzare il cambio nave”. Tutto bene quello che finisce bene. Ma il rischio che i fatti si ripetano, con conseguenze anche pesanti di ordine pubblico, c’è tutto. La massa straordinaria di passeggeri che ha premuto per imbarcare sul traghetto della Medmar era il risultato scontato che arrivava perché la gente non aveva potuto imbarcare sui traghetti Caremar. Le giornate calde – sotto tutti i punti di vista – devono ancora arrivare.
“Bisogna muoversi in tempo per risolvere la questione – dice l’assessore al mare procidano, il capitano Pasqualino Sabia che, nei giorni scorsi ha inviato una lunga nota al Prefetto Pansa, all’assessore regionale Cascetta, al direttore dell’ACAM Donati, nonché agli amministratori delegati di Tirrenia e Caremar Pecorini e Stagnaro. “Ci sono all’orizzonte pericoli di ordine pubblico, nonché danni economici gravissimi per gli operatori turistici delle isole”
Logicamente non mancano le polemiche. La più accesa riguarda l’ esosità della spesa lamentata dalla Caremar per dotare i traghetti sociali di nuovi mezzi di salvataggio, in modo da conservare il numero massimo dei passeggeri.
Ma, ieri mattina, a Procida, nel Circolo Capitani, dal confronto di alcuni operatori marittimi isolani, emergevano cifre nienteaffatto proibitive. A detta di un armatore locale, una zattera di salvataggio costerebbe sui 15.000 euro. Poiché ne servirebbero tre a bordo di ogni traghetto, per i quattro operanti nel golfo il costo dell’operazione verrebbe a costare 180.000 euro. Se si calcola che la Caremar solo di domenica, fra Ischia e Procida, perde un imbarco di circa duemila passeggeri, non si capisce affatto il comportamento dei dirigenti della compagnia pubblica. Questo al di là di ogni giudizio riguardante la necessità di assicurare il pubblico servizio”.
Sulla vicenda si registra, intanto, un’interrogazione del consigliere regionale Pietro Diodato agli assessori ai trasporti e al turismo della Regione Campania. Nel chiedere quali “iniziative essi intendano adottare nei confronti di Tirrenia – Caremar affinché recedano dalla decisione di ridurre il numero dei passeggeri almeno fino alla fine dell’anno in corso, l’onorevole Diodato fa presente che “è in fase di approntamento un decreto ministeriale che consentirà a chi già possiede un atollo di tenerlo fino alla prossima revisione e comunque non oltre la fine dell’anno 2009”. Il che fa intravedere una possibile schiarita all’orizzonte
DOMENICO AMBROSINO da “Il Mattino”
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