L'uomo che rubò 4 milioni al Quirinale

l caso. Agli arresti domiciliari lo “storico” gestore delle tenute
presidenziali: fondi distratti e villa abusiva a Castelporziano

Tra le accuse anche quella di aver realizzato una villa abusiva a Castelporziano
di MARINO BISSO, 1/12/09

ROMA – Non solo si sarebbe appropriato di un tesoro da 4 milioni di euro, sottraendo per anni i soldi destinati alla manutenzione delle tenute del presidente della Repubblica, ma avrebbe costruito anche una villa abusiva all’interno di Castelporziano.

È stato arrestato con l’accusa di peculato Luigi Tripodi, “storico” direttore, fino a allo scorso settembre, del servizio Tenute e Giardini della Presidenza della Repubblica. Per lui non è stato deciso il carcere ma i domiciliari: l’alto funzionario del Quirinale ha dovuto lasciare l’accogliente villa di oltre 250 metri quadrati, su due piani, nel cuore del parco di Castelporziano dove viveva nonostante fosse andato in pensione due mesi fa.

L’arresto è scattato su richiesta del procuratore Giovanni Ferrara e del sostituto Sergio Colaiocco, pm di punta del pool contro i reati nella pubblica amministrazione. Le indagini sono cominciate alcuni mesi fa. Sono stati gli investigatori della polizia giudiziaria presso la procura a scoprire un sistema di ruberie e razzie che per anni avrebbe prosciugato le voci di spesa che il Quirinale destinava alla manutenzione dei parchi di sua proprietà a cominciare da quello di Castelporziano, alle porte di Roma.
Gli accertamenti hanno preso avvio proprio da alcune verifiche contabili disposte nel 2008 dalla stessa Presidenza della Repubblica, in ragione delle raccomandazioni di maggior rigore economico imposte dal presidente Giorgio Napolitano. In particolare le ispezioni hanno preso in esame il periodo 2002-2008, evidenziando buchi di bilancio consistenti, intorno ai 500 mila euro, ritenuti ingiustificati anche di fronte ai proventi derivanti dal commercio di legname e dalla vendita dei prodotti di pregio, dalla selvaggina ai pinoli, provenienti dalla tenuta del presidente. Conti in rosso che poi, puntualmente, venivano ripianati dalla Presidenza della Repubblica.

Oltre all’ex direttore sono indagati tre responsabili di Castelporziano. Gli investigatori della polizia giudiziaria, coordinati dal pm Colaiocco, alcune settimane fa hanno ascoltato il responsabile contabile della tenuta. E dopo un lungo interrogatorio, il funzionario ha confessato: ha raccontato di essersi appropriato di somme denaro in più occasioni e di aver mascherato gli ammanchi con le spese per la manutenzione di immobili e aree verdi. Ma non solo. Il tesoriere ha anche indicato i nomi dei suoi presunti complici. Il sistema di ruberie ai danni delle casse del Quirinale, infatti, sarebbe andato avanti per molti anni. Per questa ragione le indagini stanno andando indietro nel tempo. L’ex direttore del servizio Giardini e Tenute ha ricoperto l’importante incarico da oltre vent’anni. L’importo delle razzie potrebbe essere molto più consistente, superiore ai 4 milioni di euro finora scoperti. Le indagini si sono concentrate anche sugli aspetti patrimoniali del funzionario che risulta proprietario di molti appartamenti di pregio, tra cui un immobile del valore di un milione di euro, nella zona di Axa, quartiere residenziale di artisti e calciatori, a pochi chilometri della tenuta del capo dello Stato. Per gli inquirenti il tesoro, sottratto alle casse del Quirinale, sarebbe servito non solo per acquistare case ma anche per costruirle. È il caso della villa realizzata, in violazione dei vincoli urbanistici e paesaggistici, nel cuore della tenuta di Castelporziano dove avrebbe voluto trascorrere la sua nuova vita da pensionato.

http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/cronaca/furto-quirinale/furto-quirinale/furto-quirinale.html

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