Da ProcidaMia.it – Mi piace molto camminare e fare lunghe passeggiate. Per farlo scelgo in genere stradine secondarie e poco trafficate, anche se a Procida trovarne è sempre più raro, non facendo eccezione nell’inesorabile processo di modernizzazione e caotizzazione in atto. Un pomeriggio mi trovavo lungo quella che collega piazza Centane con il Carbogno. Durante un raro momento di silenzio in cui stranamente non transitava nessun veicolo, ne nessuno di questi era parcheggiato lungo i bordi della strada, ebbi una strana quanto piacevole sensazione. Mi sentii come se mi trovassi in quel luogo per la prima volta, fino a perdere per qualche breve attimo le coordinate spazio temporali, al punto da dirmi: “Pensa un po’ se Procida fosse sempre così. Un piccolo presepe abitato da far visitare ai turisti, magari creando degli itinerari organizzati dal porto, prevedendo delle tappe e delle soste per potersi riposare e rifocillare. Abbassando i ritmi, rallentando il tempo. Con le strade piene di gente, animali liberi, carretti per portare e trasportare le cose. Un viaggio indietro nel tempo. Un paradiso silenzioso, animato solo dal canto degli uccelli e dal mormorio dei bambini festanti. Dove poter risalire lungo la strada che dal porto collega Terra Murata, senza fretta, senza doversi continuamente attaccare al muro per far passare le auto. Fare il giro per le strade secondarie come fossero di campagna, soffermandosi ad osservare le cime degli alberi. Andare avanti e indietro con le bici sul lungomare alla Chiaiolella. Poter legare alla banchina, dovunque ci si trovi, il proprio canotto di legno, …” “Piiiiiii” – Un motorino sfrecciante sopraggiunse proprio in quel momento e quasi mi investiva – << Ma che fai dormi? >> mi dissero i due ragazzi a bordo. << No, stavo sognando >> pensai.
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