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Editoriale di Ornella De Zordo
“Si replica”
Il processo alla Tav del Mugello, giunto a sentenza ieri con 27 condanne, mostra che in Toscana le grandi opere servono a favorire gli interessi privati delle imprese, che perseguono profitti smisurati senza il minimo rispetto per l’ambiente e la vita di una comunità.
Il processo ha anche mostrato che i controlli pubblici sono perlomeno inadeguati, superficiali e inefficaci. I costi sono lievitati del 500 per cento, un ecosistema è stato devastato, i cittadini del Mugello sono stati defraudati per sempre del loro pregiato contesto naturale.
La cosa però più grave è che oggi gli stessi meccanismi approssimativi nelle previsioni, disastrosi nell’applicazione ma precisi nel garantire il profitto ai privati, sono stati attivati per l’inutile e dannoso progetto di sottoattraversamento Tav di Firenze dagli stessi protagonisti del disastro Mugello. Si replica: il potere politico è unito a quello economico che persegue i suoi obiettivi senza badare agli interessi di un’intera città. Nessun dubbio, nessuna riflessione, l’arroganza di Regione Toscana, Comune e Provincia di Firenze è di una gravità assoluta.
L’assessore regionale Riccardo Conti [affiancato fino a pochi mesi fa dal dimissionario assessore comunale Gianni Biagi, che guarda caso era al tempo il dirigente regionale che ha gestito l’avvio della tratta Alta Velocità Firenze-Bologna e oggi è indagato per corruzione in atti urbanistici], dovrebbe invece fermarsi a riflettere. Il tunnel sotto Firenze è enormemente costoso, molto pericoloso e del tutto inutile. La politica, se è amministrazione del bene pubblico, non può permettere anche questo scempio.