Come ci vedono gli altri Paesi? Siamo davvero bistrattati come dice qualcuno oppure i giornali esteri sono uno specchio che non vogliamo guardare?
La domanda non è banale visto che ci sono dei fatti a suffragare la tesi secondo la quale SIAMO davvero peggio degli altri, o almeno gli altri ci percepiscono così:
“Questa questione dell’identità dell’Italia com’è percepita all’estero è stata anche oggetto di un intervento durante un seminario destinato agli ambasciatori tenutosi a marzo.
Invitati dalla Farnesina (il Ministero degli Affari Esteri italiano), il corrispondente del Wall Street Journal e quello di Le Monde sono stati pregati di spiegare come vedono l’Italia ed in che modo ne rendano conto.
I due giornalisti si sono trovati concordi nel dire, in termini diplomatici come quelli usati dagli interlocutori, che almeno quattro ostacoli impedivano loro di elogiare quotidianamente la Penisola: la Mafia (e le sue declinazioni locali), l’inefficacia dell’amministrazione e dello Stato in generale, la politica xenofoba esaltata– e talvolta messa in atto- dalla Lega Nord e le battute di cattivo gusto di Silvio Berlusconi. (…)
L’Istituto Ipsos ha presentato a Siena (Toscana), nel dicembre 2008, a seguito di un colloquio organizzato dalla fondazione Intercultura, un sondaggio qualitativo incentrato sulla percezione della penisola da parte di una dozzina di testate straniere, tra le quali Le Monde, realizzato tra giugno e settembre 2008. Secondo questo studio, solo i temi riguardanti la cultura e il patrimonio portano elogi. Per il resto, l’evocazione della ‘dolce vita’ provoca ‘ironia’.
La crisi finanziaria e economica conduce a giudizi “spesso negativi”; l’azione del governo è interpretata con un approccio “critico e severo”. I più indulgenti? La stampa russa ed indiana. I più critici: i giornali francesi ed argentini.
Il conclusione, Ipsos spiegava: “Come riuscire a far parlare delle cose belle e positive? Tale è la sfida per il futuro degli Italiani e dell’Italia”” Articolo originale: lemonde.fr
Forse è il caso che tutti noi iniziamo ad esse meno boriosi ed arroganti ed è forse il caso di inizare davvero a pensare che gli altri, forse, qualcosina di meglio di noi ce l’hanno.
Una cosa sola ci frega in maniera inequivocabile: il nostro terribile, esponenziale, abnorme ed assurdo individualismo che porta ognuno di noi a pensare solo e soltanto a quello che ci riguarda, ed in un mondo sempre più piccolo è un difetto sempre più grande.