di Antonio Sobrio da ProcidaMia.it
“Another break in the wall” è il titolo di una famosa canzone dei Pink Floyd, ma potrebbe esserlo anche di quello che sta succedendo a Procida da un po’ di anni a questa parte, dove continuano ad aprirsi varchi nelle mura di recinzione che delimitano varie strade dell’isola.
Talvolta piccoli e discreti, altre veri e propri squarci che cambiano completamente l’aspetto urbano, con tanto di viali e cancelli automatici di ultima generazione. In alcuni casi si tratta di ingressi di abitazione, larghi lo spazio necessario per permettere di far entrare le automobili, ma in altri, recentemente sempre più spesso, di parcheggi per queste stesse. Proprio così, parcheggi per automobili su un isoletta di quattro chilometri quadrati dove le automobili neanche dovrebbero esserci. Per crearli spesso vengono spianati pezzi di terra, riempendoli di ciottoli e rendendoli infertili, con tanto di relativo abbattimento di alberi da frutto e non solo, simbolo della nostra regione che tanti ci invidiano. E tutto questo per cosa?
Ma perché se proprio non si vuole usarli per la coltivazione o per ricavarne frutta, che tanti devono comprare, non farne ad esempio parchi per bambini? Tanto più che sulla nostra isola non ce ne sono e per fermarsi con i propri piccoli e nipotini non resta che andare al porto sulla giostra di fronte la chiesa, o aspettare i giorni in cui viene posto il divieto di circolazione per fare una passeggiata in tutta tranquillità. I soldi volendo si potrebbero guadagnare lo stesso, con un po’ di inventiva, ma soprattutto si fornirebbe un servizio ai propri cittadini, a se stessi ed al futuro di tutti.