A chiusura di una giornata caotica in un susseguirsi di emozioni e stati d’animo mutevoli a secondo lo giungere delle notizie, si costituisce un “Comitato per la promozione del condono 2003”. La non applicabilità di quest’ultimo in Campania nelle zone sottoposte a vincolo paesistico sarebbe alla base degli abbattimenti in esecuzione e di quelli in procinto di definizione.
Giornata lunga e dura, quella che ieri ha visto protagoniste le due famiglie procidane, Scotto di Clemente Nicola e Riccio Archina, in Lauro, interessate dal provvedimento di abbattimento per i rispettivi immobili, che costituiscono la loro prima ed unica abitazione, realizzati senza regolare licenza edilizia tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000, e per i quali, dopo il passaggio per i vari gradi di giudizio, si è arrivati al momento conclusivo con il ripristino “coatto” dello stato dei luoghi.
Autoconvocazione alle 10,00 di un nutrito gruppo di cittadini nella sala consiliare “V. Parascandola”, molti dei quali accorsi semplicemente per esprimere la loro solidarietà umana nei confronti di persone che, seppur colpevoli dinanzi alla legge, hanno cercato di rispondere ad una esigenza di sopravvivenza e decoro, peraltro prevista dalla Costituzione italiana, di avere un tetto sotto il quale riunire la propria famiglia, cosa che con Piano Urbanistico e Paesistico vigenti sull’isola, mai e poi mai avrebbero potuto realizzare per vie ordinarie.
Per il sig. Scotto di Clemente Nicola, proprietario dell’immobile in via G. Marconi, presente in prima fila nonostante i suoi tanti acciacchi, ha tenuto a ribadire quanto espresso nei giorni scorsi: “Dopo una vita di sacrifici e rinuncie passata “sull’acqua salata”, distante da mia moglie e da mia figlia, pensavo di poter passare tranquillamente quello che ancora mi resta da vivere ma, evidentemente, non è così. Trovo ingiusto che siano sempre i più deboli a pagare le consegunze di uno stato di cose che non funzionano e se non potrò passare il resto della mia vita nella mia casa, che è tutto quello che ho, piuttosto mi lascerò morire sotto le macerie.”
Visibilmente provata ed arrabbiata la sig. Riccio Archina, proprietaria dell’immobile di circa 70 mq nella quale vive con il marito, marittimo, e i due figli di 16 e 13 anni, sito in via S.T.S. di Vettimo ed anch’esso soggetto ad abbattimento. La sig. Archina, da tutti conosciuta con il nome di Nuccia, non riesce a capacitarsi sul perchè sia capitato proprio a lei: “Dal 1994 al 2003 sono state realizzati tanti immobili a Procida e mi chiedo perchè si abbatte solo casa mia, costruita nel 1998, e quella del sig. Nicola, realizzata dopo il 2000. Con oltre 40.000,00 euro pagati tra oblazione, spese tecniche e legali, dopo aver subito l’arresto e la restrizione dei diritti civili ho promesso ai miei figli che farò di tutto per non farci togliere quello che abbiamo realizzato a costo di tanti sacrifici ed umiliazioni.
Per Domenico Savio, fondatore del PCI M.L. che della salvaguardia dei diritti dei cittadini ed in modo particolare del diritto alla casa ne ha fatto una vera e propria ragione di vita attraverso varie inziative, questo deve essere il momento dell’unità intervenendo su Governo e Comuni affinchè utilizzino tutti gli strumenti legislativi possibili e necessari per modificare la norma scritta nel III° condono edilizio, che sembra essere il vero cuore del problema, a tutt’oggi non applicabile nella Regione Campania.
Per l’Assessore ai Lavori pubblici, Vincenzo Capezzuto, la procedure riguardante gli abbattimenti ha avuto una forte accellerazione negli ultimi tempi cosa che ha reso il tutto estremamente complicato lasciando poco spazio, nell’immediato, ad interventi di carattere politico.
Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere del Partito Democratico Dino Ambrosino per il quale, in questo momento, maggioranza e minoranza, hanno sull’argomento comune unità di vedute come quella di stabilire delle priorità diverse nelle procedure irrevocabili di abbattimento tutelando, quando più è possibili, le situazione che vedono gli immobili stessi rappresentare la prima ed unica dimora delle famiglie che vi abitano.
Nel pomeriggio, appena passate le 16,00, il Sindaco Gerardo Lubrano, in mattinata convocato a Napoli in Procura per un incontro, comunica prima telefonicamente poi in pubblica assemblea, che le operazioni di abbattimento previste sono state rinviate ad altra data per “motivi tecnici”.
Forse per molti è quel poco che era lecito aspettarsi in una vicenda che è ancora distante dall’essere risolta, certamente per le due famiglie interessate è tanto quanto basta per continuare a sperare.
Fonte “Il Golfo”