Questa mattina, gli uomini della Guardia Costiera di Procida a seguito di segnalazione pervenuta al numero blu 1530 da parte di un cittadino procidano, il sig. Leonardo Zeccolella, hanno proceduto al recupero nella zona prospiciente Punta Serra, congiuntamente al locale Gruppo Ormeggiatori, della carcassa di uno squalo elefante, appartenente alla famiglia dei Cetoniridi, il pesce più grande presente nel mar Mediterraneo, comunque innocuo per l’uomo in quanto si ciba solo di plancton.
Le dimensioni dell’esemplare ritrovato, da ricordare specie marina protetta ai sensi della Convenzione di Barcellona, nonché a rischio estinzione secondo la IUCN (International Union for Conservation of Nature) sono “importanti”, misurando circa 6.00 metri di lunghezza con un peso superiore ai 600 Kg.
Dall’Ufficio Procidano, al comando del reggente maresciallo Riviello, sono stati immediatamente informati tutti gli enti interessati a tale ritrovamento (Stazione zoologica Anton Dorhn, I.C.R.A.M., A.s.l. NA 2), per le successive azioni di competenza.
Dopo un primo esame lo squalo presentava sulle pinne dei segni di effrazione dovute all’impatto con natanti in transito quando, presumibilmente, era già morto, anche se per l’accertamento vero e proprio delle cause che ne hanno determinato la morte si pronuncerà la Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli.
Per gli uomini del Circomare isolano mentre il recupero di esemplari di specie marine protette tipo tartarughe, cetacei è, purtroppo, frequente, si è trattato di una novità assolutamente il ritrovamento di tale specie che, molto più frequentemente, staziona nelle acque dell’Alto Tirreno.
Foto di Manuela Intartaglia.