di Francesco Marino (da Il Golfo)
In attesa che il velo che avvolge la politica procidana si squarci, i cittadini, ovvero la maggioranza silenziosa, si chiede; ci sarà un cambiamento o dovremo assistere rassegnati agli eventi qualunque essi siano? In tanti cogliamo i segni della rassegnazione, ovvero ci avviamo verso le sconfitte del cittadino comune. L’ultima parola del romanzo di Dan Brawn: Il simbolo perduto e la parla “Speranza”.
Facciamo nostra la speranza e quindi sogniamo un amministrazione che, finalmente, porti Procida verso il cambiamento, che tanti personaggi politicamente malati cronici si decidano ad uscire di scena facendo largo al nuovo ovvero a tanti giovani capaci che vogliono cambiare ma non sanno su quale personaggio guardare.
Quindi sogniamo un amministrazione che si decida a dirci qual è il deficit comunale, quali cose reali farà o tenterà di fare nei primi cento giorni, quali piani ha per creare posti di lavoro che non siano fotocopia degli squallidi ed umilianti offerte di questi giorni che ci fanno tornare con la mente ai tempi lauriani e gavianei. Insomma è necessario individuare tutti la malattia che ha colpito l’isola e proporre la medicina adeguata.
In questa tornata elettorale voteremo anche per la Regione, quindi l’ideale sarebbe una sintonia fra la Regione ed il Comune.
Come già annunciato proporremo semplici e specifiche domande ai futuri candidati sindaci, sperando che vogliano rispondere, altrimenti pazienza, ne informeremo i lettori. Questo per ora è forse un sogno ma qualche volta i sogni si avverano.
Infine, facciamo rilevare ai nostri lettori che in questi giorni di furibonda campagna elettorale fatta quasi elusivamente con articoli su “Il Golfo”, è stato pubblicato un pezzo a firma “Commerciante incazzato” in cui, legittimamente, esprime furibonde critiche agli amministratori.
Bene! Non è celandosi dietro un aggettivo che la dice tutta sulla personalità dello scrivente, che si risolvono i problemi. Poi, facciamo notare all’incazzato che il lancio della vita politica di Gerardo Lubrano è avvenuto quando, essendo presidente dell’ASCOM, acquistò visibilità e consensi. Ed allora, incazzato, come la mettiamo.