Rifiuti in Campania, Italia condannata «Messi in pericolo l’uomo e l’ambiente»

MILANO – La Corte di giustizia Ue di Lussemburgo ha condannato l’Italia sul caso dei rifiuti in Campania. I giudici hanno accolto il ricorso presentato dalla Commissione europea a luglio 2008. In particolare l’accusa è di «non aver creato una rete adeguata e integrata di impianti di recupero e di smaltimento dei rifiuti nelle vicinanze del luogo di produzione e non aver adottato tutte le misure necessarie per evitare di mettere in pericolo la salute umana e di danneggiare l’ambiente nella regione Campania»: in questo modo, spiega la Corte, «l’Italia è venuta meno agli obblighi che le incombono in forza della direttiva rifiuti».

CONGELATI 500 MILIONI – Dunque restano congelati i fondi comunitari destinati alla Campania e bloccati dalla Commissione europea dopo l’avvio della procedura d’infrazione in seguito all’emergenza rifiuti. In ballo ci sono circa 500 milioni di euro, secondo i dati della Regione, di cui 300 della programmazione 2007-2013 e i restanti dei sette anni precedenti, destinati al settore dei rifiuti e bloccati da Bruxelles da giugno 2007. L’argomento è stato affrontato giorni fa a Bruxelles nella riunione della commissione petizioni del Parlamento europeo, presieduta da Erminia Mazzoni (Pdl), a cui hanno partecipato rappresentanti delle autorità regionali e nazionali e dei cittadini firmatari di sedici petizioni relative ai problemi ambientali e dei rifiuti a Napoli e in Campania. «Siamo pronti a riconsiderare la decisione quando la situazione sarà cambiata, di fronte a risultati» ha spiegato Pia Bucella, direttrice alla dg Ambiente della Commissione, evidenziando, nel corso della riunione, gli elementi a suo avviso essenziali per raggiungere lo scopo, ossia l’erogazione dei fondi comunitari per il settore: la definizione di una «solida programmazione» con un piano di gestione dei rifiuti, un’adeguata rete di infrastrutture per lo smaltimento, affiancato da un rendiconto reale e documentato e il ritorno alla gestione ordinaria. Aspetti questi ultimi su cui Bruxelles ritiene, in massima parte, di non aver avuto le delucidazioni necessarie.

RITORNO ALLA NORMALITÀ – In commissione è toccato a Raimondo Santacroce, per la Regione Campania, e ad Ettore Figliolia per il governo illustrare i provvedimenti presi dall’Italia. La Regione ha assicurato che è in dirittura d’arrivo un piano capace di consentire il ritorno alla normalità e ha citato un aumento significativo della raccolta differenziata che si attesta al 22%. Di «obiettivi raggiunti» ha parlato anche il rappresentante del governo secondo il quale il termovalorizzatore di Acerra sarà in grado di assorbire il 40% della produzione di rifiuti della Regione. «Siamo pronti a documentare quello che diciamo» hanno precisato i rappresentanti italiani. Poco convinti si sono dimostrati ancora i parlamentari intervenuti – un’eurodeputata inglese del gruppo socialista e una danese dei verdi – che hanno messo in programma una visita in Campania. La presidente di commissione Erminia Mazzoni si è detta convinta della necessità di cercare e verificare le soluzioni per scongiurare il pericolo di perdere fondi comunitari, così come il suo collega Crescenzio Rivellini. Ora, dopo la condanna della Corte Ue, i fondi potrebbero essere erogati solo se Bruxelles avrà elementi tali da certificare il ritorno alla normalità.

Redazione online
04 marzo 2010
www.corriere.it

Potrebbe interessarti

consiglio comunale convocazione e1429775612656

Pubblicato nella radio del Procidano il Consiglio Comunale del 30 aprile 2014

In questo Consiglio: Esame ed approvazione del rendiconto finanziario 2013; Modifiche ed integrazioni Regolamento Consiglio …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *