Dai, spiegami tutto, voglio capire..
Dottò, a giugno andrò via da Procida, per sempre. Lo faccio per loro.
“Loro” li ho davanti, M. sette anni e A. dieci, due frugolini dai grandi occhi chiari, che mentre parlo col loro papà, saccheggiano le caramelle che ho sulla scrivania e giocano con il mio timbro, ignari(?) dei nostri discorsi.
Si può essere terremotati perché un giorno la terra trema e ti distrugge la casa, ma si può esserlo anche quando una mattina di oltre un anno fa tua moglie ti abbandona, e ti lascia con quattro figli di cui tre minorenni.
E’ quello che succede ad A.V. Perde immediamente il lavoro che faticosamente aveva intrapreso fuori Procida col figlio maggiorenne e che gli aveva consentito di vivere decorosamente, pagare un affitto, sperare in un futuro migliore per sé e per la propria famiglia. Infatti, senza la moglie, ora deve accudire lui i suoi adorati figli, deve lavarli, fargli fare colazione, accompagnarli a scuola,fare un po’ di spesa, riaccompagnarli a casa.
Fà il mammo insomma e solo l’ anziana mamma riesce a dargli un aiuto. E’ compatibile tutto questo con un lavoro? E poi, chi te lo dà un lavoro di giorno a Procida con questa crisi in giro? Infatti tenta di arrangiarsi di notte con la cianciola, ma con un guadagno di 20-30 euro a notte e lo smilzo e discontinuo reddito di cittadinanza dato dalla Regione è difficile pagare l’affitto, bollette e sostenere quattro figli. Puntuale la proprietaria gli intima lo sfratto per morosità. Il dramma si sta consumando. Senza la casa A.V. sa che rischierà di perdere il bene più grande che gli è rimasto, i figli, che in quel caso verranno affidati ad un istituto, perdendo il padre la patria potestà.
In questi casi, un cittadino che precipita in una tale situazione va al proprio Comune e lì trova una rete protettiva costituita da un solerte ufficio per l’assistenza sociale, organizzato con figure fortemente motivate, dinamiche, integrate con i distretti sanitari e con le scuole, trova un sussidio, un alloggio gratuito sia pur transitorio, un ‘assistenza e degli amministratori sensibili, duttili, capaci di utilizzare la loro influenza per trovargli un lavoro presso cantieri, ditte private.
Al nostro amico, nulla di tutto questo. Nessuno, tranne qualche insegnante, che abbia segnalato il disagio dei tre minorenni, del trauma e dell’umiliazione che hanno assorbito in tanti mesi. Promesse, queste sì, a mitraglia: non ti preoccupare, vedremo, faremo, aspetta un altro po’…
Massì, avranno pensato, ma che vuole questo sfaticato, non sa che soldi non ne abbiamo, case da dare non ne abbiamo, nessun consigliere lo sponsorizza, che mangi brioches, come disse Maria Antonietta al popolo parigino affamato che chiedeva pane.
L’unico che gli dà una mano è Enzuccio Esposito, con la sua Caritas (bravo Enzo!). Quando poi è arrivato il giorno dello sfratto, come la cicala che aveva cantato tutta l’estate senza prevedere i rigori dell’inverno, anche gli amministratori sono stati costretti a trovargli sistemazione in fretta e furia prima in un albergo e poi in una specie di alloggio, fino al 30 giugno, che (pare) deve comunque pagare lui, dopodiché… togliesse il disturbo, che è meglio per tutti…
Ora mi viene da dire, caro assessore Vincenzo Capezzuto, è così che si misura la tua capacità di gestire questa delega che ricopri?Al di là della paralisi di quel fallimentare carrozzone chiamato Ambito N3 nel quale siamo invischiati, fatti carico delle inefficienze del servizio di Assistenza sociale, se ritieni che ci siano e risolvile. Il popolo ci elegge per questo, mica per evitarci di andare a lavorare.
Inoltre, visto che le finanze comunali sono collassate (testimoniato dai 279.812,03 € di residui comunali che al 31-12-2007 non si sono potuti spendere in questo settore) vedi almeno di finanziare nel 2009 poche cose ma buone, restringendo i finanziamenti comunali ai casi veramente meritevoli di sostegno, e non a quelli che puzzano un miglio di assistenzialismo per non dire clientelismo.
Un esempio? Perché non lavori con l’Albano Francescano, che sò disponibile, alla costituzione a S. Giacomo di una Casa famiglia che accolga anziani, minori o, persone in difficoltà?
Ma torniamo ad A.V
Nel congedarmi da lui ho letto nei suoi occhi il dolore e l’angoscia di chi sa che dovrà abbandonare la sua isola, la SUA terra, senza neanche dover maledire un terremoto, con la ragionevole certezza che sarà un’altra terra a dargli un’altra chance, quella che noi procidani non gli abbiamo saputo dare, e che ha l’amaro sapore di una sconfitta.
Tommaso Strudel
Consigliere comunale Alternativa Liberale