La Procura sfida i sindaci: 4 indagati
Abusi edilizi sull’isola verde: inchiesta sui Comuni di Barano, Casamicciola, Lacco e Forio
NAPOLI — Sperano nella condonabilità ma la Procura vieta e prosegue velocemente (se possibile) con le demolizioni. È sempre più scontro aperto tra i sindaci di Ischia che vorrebbero «sanare » il territorio oggetto un’ordinanza di abbattimento per centinaia di manufatti abusivi ed i magistrati che hanno iscritto i primi cittadini dell’isola verde a modello 21 per abuso d’ufficio, mentre questi chiedono soccorso al governo interloquendo in particolare con Gianni Letta. Proprietari ma anche e soprattutto albergatori invocano condoni a giudizio della Procura impossibili sull’isola tanto più che occorrerebbe un parere autorizzativo della soprintendenza ai beni paesaggistici mai richiesto in nessun caso.
E ieri la Procura della Repubblica, sezione Ecologia-Ambiente, ha ordinato ai carabinieri dell’isola il sequestro probatorio di atti, decine di faldoni — informa con una nota il procuratore aggiunto Aldo De Chiara — relativi a circa trecento concessioni edilizie in sanatoria rilasciate dai Comuni di Barano d’Ischia, Casamicciola Terme, Lacco Ameno e Forio» riguardanti «immobili edificati sull’isola per i quali risultano richiesti e rilasciati permessi di sanatoria ai sensi dei condoni edilizi degli anni 1985 e 1994». Il decreto di sequestro ipotizza il reato di «abuso d’ufficio aggravato e continuato in danno di amministratori e tecnici dei quattro Enti poiché i provvedimenti di sanatoria risultano emessi per immobili edificati in aree sottoposte a vincolo paesaggistico ambientale in base ad una singolare procedura accelerata — sottolinea il procuratore De Chiara — adottata dai Comuni isolani in assenza del preventivo parere della Soprintendenza ai beni ambientali di Napoli ». Contestualmente ai sequestri, conclude la Procura, i carabinieri del reparto operativo del Comando compagnia di Ischia hanno notificato «otto informazioni di garanzia ai sindaci ed ai responsabili degli uffici tecnici comunali».
Proprio ieri tutti i sindaci dell’isola (non quattro ma sei) si erano nuovamente appellati al governo dopo aver «sospeso» le annunciate dimissioni sulla questione condono. «L’attuazione delle demolizioni provocherà nelle nostre isole una vera e propria emergenza sociale con gravi ripercussioni economiche sul territorio, nonché sui bilanci comunali», hanno scritto l’altro giorno i sindaci Giuseppe Ferrandino, Paolo Buono, Francesco Regine, Cesare Mattera, Restituta Irace e Vincenzo D’Ambrosio con quello di Procida, Gerardo Lubrano, in un telegramma indirizzato al sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta ed al ministro per le Infrastrutture Matteoli, chiedendo un incontro urgente che potrebbe essere confermato domani. Quando anche il vescovo dell’isola, Filippo Strofaldi, intervenendo in pubblico in occasione della festa della Patrona aveva esortato a «trovare vie d’uscita alla mancanza di casa, una delle cause che conduce, forse per necessità, all’illegalità delle case abusive».
Persino nella chiesa dello Spirito Santo di Ischia Ponte è stato ordinato un abbattimento. Archiviati i clamorosi monolocali scavati nelle falesie di Sant’Angelo, scoperti ufficialmente qualche anno fa, oggi sull’isola anche nella Pineta di Casamicciola, ma questa volta col parere negativo del Comune, si vorrebbe costruire, in questo caso una caserma. Chi ha urgenza di un tetto sono soprattutto gli sfollati della tragica frana del Monte Vezzi ora accampati per protesta davanti al Comune di Ischia, straordinariamente rimasti senza sussidio per il fitto di un’altra abitazione. La prima demolizione è cominciata sabato scorso in località Terone a Barano, con sentenza passata in giudicato per un manufatto di 80 metri quadri che non ha beneficiato del condono, edificato nel ’98.
La Procura ne ha ordinate 600 tra Ischia e Procida. In agosto il caso-Ischia è stato portato dal giudice monocratico Di Salvo fino alla Consulta. Ma nella prima decade di maggio la Corte costituzionale ha dichiarato la «manifesta inammissibilità » della questione di legittimità sollevata dal giudice dell’esecuzione del Tribunale di Napoli, sezione distaccata di Ischia, in particolare per 140 dei 600 manufatti da demolire secondo la Procura. Di qui il via libera definitivo agli abbattimenti di abitazioni, capannoni ma anche ristoranti e alberghi costruiti in violazione delle norme ambientali e sull’edilizia.
Luca Marconi
20 maggio 2009