Un’adesione culturale ad un progetto politico per una lista trasversale per il futuro di Procida

I consensi: forza e tallone di Achille di chi governa

Il 28 marzo si ritorna alle urne per rinnovare il consiglio comunale ed eleggere il nuovo sindaco.

di Luigi Finelli – Procida – Un appuntamento importante perché questa consiliatura segnerà, di fatto, la svolta in positivo o in negativo dell’Isola, perché termina una stagione politica e si apre per l’elettore la porta di una scelta consapevole che tenga sempre più in considerazione l’esigenza della comunità tutta trascurando, si spera, i consueti atteggiamenti di nominalismo politico, ahimè, appannaggio di una politica sempre più personalistica e sempre meno partecipativa.

L’obbiettivo di oggi è fare in modo che si riesca a costruire un organo nell’ambito di questo comune, rappresentativo di tutte le forze, aperto al dibattito, che aiuti a sviluppare una nuova stagione della politica, una stagione di indirizzo, di valori, di progettualità.

Non bisogna partire con l’idea di trovarsi sempre gli uni contro gli altri, bisogna invece pensare  in modo diverso, abbandonare  personalismi e facili momenti di impulsività per tentare di far funzionare la macchina politica che trova nel consiglio la sua espressione più alta.

L’appartenenza al territorio è l’antico concetto di cittadinanza che attraverso il consiglio comunale ed i suoi consiglieri esprime la voce del cittadino,  esaltante o denigrante, ma sempre voce recitante che va ascoltata, ponderata, giudicata, compresa, ma mai accettata passivamente, in quanto voce del consenso. I consensi sono,infatti, la forza ed al tempo stesso il tallone di Achille di chi governa e si amplificano, ancor di più, in una piccola realtà, com’è quella di Procida, dove si intrecciano anche rapporti personali, di vissuto, di parentela, di antica conoscenza ed amicizia.

Bisogna dunque lavorare per trovare non una convergenza di uomini, ma di idee, di progettualità sulle quali affrontare le antiche, recenti e future problematiche, sulle quali porre attenzione e lavoro al fine di ottenere un risultato che vada a beneficio del territorio e della collettività

Bisogna questa volta che ci si accinga all’appuntamento elettorale del 28 marzo perché crediamo, davvero, nelle capacità costruttive ed organizzative di uno schieramento, perché siamo convinti di poter avere una buona amministrazione, perché riconosciamo, con il nostro consenso, una leadership capace di esprimere opere per un significativo e tangibile miglioramento dell’isola. E cioè: vivibilità, lavoro, traffico, ordine pubblico, infrastrutture, turismo, progettualità ecc. ecc.

Ma una classe politica che si rispetti ha un dovere ancora più importante  costruire  delle idee, immaginare un percorso politico che dia vita a quei valori da cui scaturiscono iniziative concrete, percorribili, valutabili, quantificabili.

Ci si deve porre come obiettivo il riavvicinamento dei giovani, che sono la futura classe dirigente, alla vita politica del territorio e non solo, il rilancio dell’immagine di Procida come isola di cultura e di turismo, identificando ed utilizzando, in modo pieno, le infinite risorse umane presenti, le capacità multiformi del popolo Procidano di sapersi esprimere sia nelle attività produttive ed artistiche che nell’essere capace attraverso le vie del mare di portare la storia, la cultura e le tradizioni del  paese fuori dai confini regionali e nazionali.

Sono tutte queste potenzialità che dobbiamo alimentare e far crescere per dare un nuovo impulso ed una nuova fede politica.

E questo è, a mio avviso, il dovere più grande della classe politica di qualunque livello, un dovere educativo che faccia rinascere la fede politica, che dia stimolo ai giovani, che animi una stagione di dialettica progettuale.

Uno schieramento, dunque, di larghe intese, trasversale, senza partiti politici o correnti, uno schieramento fatto di uomini ed idee e non di specifici e qualunquistici personalismi, uno schieramento con il quale affrontare una stagione amministrativa che sappia interloquire con gli organi regionali e nazionali e, se opportuno, protestare con forza , che sappia interagire con gli elettori costruendo delle regole per mettere ordine in un disordine di comportamenti, ruoli, richieste, sollecitazioni e quant’altro, alla base di quel concetto di politica che ha determinato infiniti danni e prodotto qualunquismo politico.

In quest’ottica ci si può e ci si deve presentare agli elettori offrendo loro la possibilità di esprimere il consenso ad un rinnovamento di idee e di uomini senza porsi il problema della vittoria o della sconfitta, ma affrontando il giudizio con animo sereno, perché propositivi e disposti a mettere al servizio della collettività, la propria faccia, la professionalità, l’integrità culturale e morale.

Tutti noi abbiamo molte qualità, la cosa difficile non è scoprirle, ma evitare che qualcuna di esse faccia inevitabilmente morire le altre.

Ho provato in questi mesi a trovare consensi su queste idee e, nonostante mi sia impegnato, sono riuscito a dialogare solo con il consigliere Costagliola e l’avv Cascone, con i quali ho affrontato le problematiche e espresse e condivise le opinioni e, solo dal consigliere Costagliela, sono stato contattato per una valutazione del possibile futuro assetto politico, aderendo così, ad una iniziativa propositiva ed interessante. Dagli altri il silenzio, quell’oblio “dimenticato” che fa dimenticare.

Forse perché vi sono troppe menti pensanti ed è troppo elevato il livello culturale e politico o, forse perché pensare troppo fa male o, forse perché il vecchio modo di far politica dà più frutti e meno problemi o, forse perché, ed quello che credo, si è già deciso tutto.

Luigi Finelli

fonte: IL GOLFO

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