di Gennaro Savio
Tra precariato e carenza di personale dovuta al fatto che medici deceduti o che si sono trasferiti a lavorare altrove non vengono sostituiti, l’unico Ospedale pubblico dell’isola d’Ischia è ormai in una fase di piena emergenza. In effetti dopo mesi di allarme che abbiamo lanciato attraverso i nostri servizi giornalistici di denuncia, il nosocomio lacchese è quasi giunto a un punto di non ritorno e dove, attualmente, a stento si riesce a garantire, non senza difficoltà, il minimo indispensabile. E pensare che per anni, e soprattutto in occasione delle campagne elettorali, politici che oggi sono responsabili dell’assurda e intollerabile agonia dell’Ospedale “Anna Rizzoli”, hanno sbandierato ai quattro venti l’ampliamento di una struttura che da Presidio Ospedaliero rischia seriamente di diventare un semplice Pronto Soccorso dove assicurare le urgenze e smistare verso i Presidi Ospedalieri della Terraferma gli altri casi: assurdo! Attualmente a creare maggiori disagi c’è la carenza di personale e il futuro sempre più incerto dei cosiddetti super precari come ci ha spiegato il Dott. Mimmo Loffredo sempre più preoccupato per il futuro del nostro Ospedale da dove anche per delle sciocchezze ormai si è costretti a dover trasferire i pazienti in Terraferma.
Si tratta di una situazione di emergenza per la quale gli utenti della sanità, turisti e residenti, vivono sulla propria pelle un disagio quotidiano. Il timore di tutti però è quello che si possa passare dall’emergenza alla malasanità, e il passo sarebbe davvero breve, come lo stesso Dott. Loffredo ci ha spesso dichiarato anche in passato.
I responsabili politici ed istituzionali della lunga e penosa agonia del “Rizzoli” sono gli amministratori locali di centrodestra e di centrosinistra e la Giunta regionale guidata da Stefano Caldoro della quale fa parte anche l’Onorevole ischitano Domenico De Siano che col suo immobilismo politico continua a consentire la lenta morte del nosocomio isolano: che vergogna! Cosa pensa di fare Domenico De Siano per intervenire e pretendere la rinascita del nostro Ospedale, che si verifichi prima qualche caso di malasanità? Ma come è possibile ridurre in questo stato l’unico Ospedale pubblico dell’isola d’Ischia che serve una popolazione residente di circa sessantamila abitanti e di circa trecentomila turisti al giorno?