Sull’isola d’Ischia è suonata la campanella che ha dato inizio al nuovo anno scolastico 2011/2012. Sono ritornati tra i banchi di scuola migliaia di fanciulli ma non la piccola Susy, la bambina bocciata in prima elementare presso l’Istituto “Mennella” di Lacco Ameno. Quest’estate la sua storia ha catturato l’attenzione dei mass-media di tutta Italia. Coi nostri servizi giornalistici sottolineammo che la bocciatura di un’alunna alla prima elementare rappresenta sicuramente una sconfitta per l’intera comunità ma soprattutto per quella Istituzione dello Stato che avrebbe dovuto trovare il modo affinché la piccola Susy potesse comunque essere promossa in seconda soprattutto se teniamo conto che nella scuola primaria italiana la mancata ammissione alla classe successiva è prevista solo in casi di provata eccezionalità e che la famiglia sia adeguatamente informata dell’eventualità di disturbi legati all’apprendimento, previsti dalla legge 170 del 2010.
“Non siamo stati messi al corrente in tempo della bocciatura di nostra figlia che da quando ha appreso la notizia del mancato superamento dell’anno scolastico ha subito uno choc e ora, oltre a non voler ritornare più a scuola, non vuole nemmeno mangiare”, dichiarò a caldo nei giorni delle forti polemiche Maria, la mamma combattiva e coraggiosa. “Faremo ricorso al T.A.R. per chiedere giustizia”, promise, e così è stato.
La cosa anomala, però, è che il ricorso al T.A.R., presentato il 12 agosto, sarà discusso solo mercoledì 21 settembre e cioè a una settimana esatta dall’apertura ufficiale della scuola. Questo significa che a tutt’oggi, cioè quando tutti i bambini sono ritornati tra i banchi di scuola, la piccola Susy non sa ancora se dovrà frequentare la prima o la seconda elementare e questo rammarica molto i genitori.
Sembra davvero assurdo che lo Stato italiano, attraverso le sue Istituzioni competenti, non si sia attivato affinché la sorte scolastica della piccola Susy si conoscesse in tempo utile per l’apertura della scuola e si potesse, così, avere anche la possibilità di prepararla psicologicamente a dover ritornare a frequentare la prima o a riprendere la sua attività scolastica dalla seconda elementare. Ma come può definirsi civile un Paese in cui neppure i più piccoli, cioè le future generazioni, vengono tutelati e difesi nei loro diritti? Com’è possibile che si consenta di ritardare l’avvio dell’anno scolastico ad una bambina che certamente non ha vissuto nel migliore dei modi l’avvio del suo percorso scolastico? Per lo Stato una questione del genere avrebbe dovuto avere priorità assoluta e invece si è atteso che i tempi tecnici e burocratici facessero il loro corso quasi mancassero mesi e mesi all’inizio della scuola: da non credere!
Ma c’è un altro particolare che rende estremamente incerta questa storia. I genitori della piccola Susy da circa un mese hanno chiesto il nullaosta alla Direzione didattica del “Mennella” per far si che la loro bambina potesse proseguire altrove gli studi ma sino a questo momento non lo hanno ottenuto perché anche la scuola, prima di produrre nuovi atti, attenderebbe l’esito del T.A.R.. Questo però significa che attualmente Susy ignora completamente quale classe dovrà frequentare e in quale Istituto.
Si, avete capito bene. Nell’Italia del bunga-bunga e dei reality show, la piccola Susy ad anno scolastico iniziato non sa ancora quale classe frequenterà e presso quale scuola: assurdo! Intanto ai genitori non resta altro da fare che attendere la decisione del T.A.R.. Per quando ci riguarda, indipendentemente da quale sarà la disposizione del Tribunale Amministrativo Regionale della Campania, ci vogliamo augurare che la piccola Susy possa proseguire gli studi nella massima serenità e tranquillità.
*Direttore di PCIML-TV
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