Continua lo scambio epistolare tra Comune di Procida e Corte dei Conti. Quest’ultima, infatti, in seguito all’udienza del 4 novembre scorso, con nota del 18 novembre, ha emesso una nuova ordinanza, cui è allegata una relazione dai contenuti estremamente tecnici, dando tempo sino al 26 novembre per ulteriore controdeduzioni da parte dell’Ente, e riconvocato i rappresentanti comunali per il 9 dicembre prossimo.
Prima di entrare nel merito di questa nuova disposizione della Magistratura Contabile, appare necessario, un breve riepilogo almeno degli accadimenti più recenti.
Il 4 settembre scorso, come si ricorderà, il Magistrato Istruttore dr.ssa Rossella Bocci ha evidenziato una serie di passaggi relativamente all’attuazione del Piano di predissesto 2013-2019 e, in particolare, al mancato conseguimento degli obiettivi intermedi indicati dalla stessa nel periodo che va dal 2013 al mese di giugno 2015. «Dopo l’audizione chiesta dal Sindaco Ambrosino in data 4 novembre – dice il consigliere delegato al bilancio Giovanni Villani – il Magistrato Istruttore Rossella Bocci, ha riconosciuto le “… esaurienti controdeduzioni prodotte dall’Ente… ” ed ha chiesto in camera di consiglio al Collegio un ulteriore supplemento istruttorio con l’Ordinanza numero 84/2015 (disponibile sul sito del Comune nella sezione controlli e rilievi sull’amministrazione: http://trasparenzaprocida.asmenet.it/) convocando l’adunanza pubblica del 9 dicembre prossimo. In particolare, dopo aver evidenziato “gravi e reiterate inadempienze” dell’Amministrazione Capezzuto, con la suddetta Ordinanza la Corte dei Conti scrive che il Comune di Procida (ovviamente sempre con riferimento alla precedente Amministrazione Capezzuto) avrebbe “… dolosamente e colpevolmente occultato un maggior disavanzo di amministrazione… ” relativamente al Rendiconto della gestione 2014 approvato dal Consiglio Comunale del 30 maggio 2015, a porte chiuse! Difatti, secondo il Magistrato Istruttore, col Rendiconto della gestione al 31 dicembre 2014, poiché ne sussistevano i presupposti, andavano cancellati alcuni residui attivi (=crediti) di tipo tributario (ICI, “tassa-rifiuti” e Cosap) per circa 1,8 milioni di euro! Perché questi residui non sono stati cancellati? Il Magistrato Istruttore – continua Villani – non si pone la domanda, ma si da comunque la risposta: non avere cancellato questi residui attivi “inesigibili ovvero di dubbia esigibilità” al 31 dicembre 2014 significa “aver occultato un maggior disavanzo di amministrazione con un comportamento doloso e colposo…” ossia aver nascosto un maggior indebitamento da ripianare! Prosegue il Magistrato Istruttore, sempre con la suddetta nuova Ordinanza, chiedendo chiarimenti anche sui debiti fuori bilancio e sulle passività potenziali. In particolare, il Magistrato si riserva di valutare se le passività potenziali inserite nel Piano di predissesto per circa 1,1 milioni di euro sono ripianabili in 30 anni (anziché in 7 anni) come ha proposto l’Amministrazione Ambrosino col “riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi”. Ora – conclude Giovanni Villani – ci aspetta l’udienza del 9 dicembre prossimo. Al di là di ogni valutazione squisitamente politica, è innegabile che anche quest’ultima Ordinanza della Corte dei Conti, nel confermare che l’operato dell’Amministrazione Ambrosino è conforme alla legge, e non esistono strade alternative, accende ulteriori dubbi sul lavoro dell’Amministrazione uscente. Staremo a vedere».