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Editoriale di Pierluigi Sullo
E’ con fatua irresponsabilità che i media e i politici si occupano di migranti, di atti di razzismo e di leggi sull’argomento. Prendete il Tg3 di domenica sera: prima sparge retorica sulla triste sorte dell’indiano bruciato vivo a Nettuno; a seguire, senza soluzione di continuità, altra retorica sul dilagare di stupri «etnici». Eppure, è stata la grancassa sui romeni violentatori a creare il clima – dice Veltroni – che spinge tre giovanotti a ritenere ammissibile il rogo dell’alieno. Poi i commenti indignati. Di Veltroni, appunto, che pretese, da sindaco di Roma e candidato del Pd alle politiche, un decreto anti-romeni dopo l’omicidio di Giovanna Reggiani. Adesso è proprio indignato. Proprio come il gerarca della destra Chicchitto, i cui colleghi stanno per approvate un «pacchetto sicurezza» che contiene il reato di «clandestinità» e l’obbligo dei medici di segnalare i «clandestini» in cura. Alla fine, tutte le vacche sono nere nella notte in cui siamo immersi: chi incita al razzismo si indigna contro i razzisti: chi crea categorie di colpevoli [i rumeni oggi come gli albanesi o i marocchini ieri], piange in diretta sui danni che ha provocato. E un paese di antica ospitalità, e di antica emigrazione, viene spinto sull’orlo della xenofobia, così, per cialtroneria. I soli che fanno questo gioco con qualche razionalità – diciamo così – sono i leghisti: tutti gli altri sembrano ubriachi che hanno perso il senso dell’equilibrio. Cosa racconteranno gli amici del senegalese ammazzato a Civitavecchia da un poliziotto razzista ai parenti rimasti in Senegal? Che si è trattato di un quiz televisivo finito male?
