Il Procidano il blog di Procida
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Editoriale di Pierluigi Sullo
“Il Circo accerchiato“
E’ stato un buon sabato, quello scorso. E non perché nel Circo Berlusconi si è esibito Gianfranco Fini, un vero «uomo di Stato», come Eugenio Scalfari lo ha giudicato solo per il fatto che dice alcune cose umane, ad esempio che bisogna convivere con i migranti invece che dar loro la caccia. No, la ragione è un’altra: a Londra e a Roma, a Berlino e altrove, nello stesso giorno e magari un po’ casualmente, si sono affacciate tutte insieme le vere vittime della recessione globale. Chiamateli come vi pare – «no global», «post no global», ecc. – ma sono quelli che si organizzano per protestare contro i G8, G14, G20 e via enumerando [il problema non è la quantità, ma il metodo di comando e la visione del mondo che questi governi prediligono], e allo stesso tempo organizzano modi di resistere alla disoccupazione, al crollo dei redditi, alla crisi climatica, al furto dei beni comuni, insomma a tutto quel che il neoliberismo ha provocato. E che i governi, appunto, affrontano puntellando il sistema economico e finanziario quale esso è, invece che cercare l’uscita di sicurezza – non per se stessi e le classi politiche che li formano, ma per la generalità degli esseri umani. E certo la quantità di persone nei cortei, le reti di alleanze, la capacità di proposta sono al di sotto di quel che sarebbe necessario. Ma noi siamo ottimisti, almeno per due ragioni. La prima è che il rifiuto di questo genere di economia si allarga a macchia d’olio, e lo si vedrà sabato prossimo, alla mega-manifestazione romana della Cgil. La seconda è che il Circo Berlusconi è sempre più disperato, nel cercare di nascondere la vastità e il senso della crisi, visto che il loro messaggio – arricchitevi – suona sempre più vecchio e surreale.
