I comuni lombardi vincono la battaglia per l’acqua

brindisiregione_vittoriaacqua09.jpgda comunivirtuosi.org

A distanza di un anno dal pronunciamento del Consiglio Regionale della Lombardia, che il 5 febbraio del 2008, dopo 4 rinvii, votava l’ammissibilità del Referendum per l’abrogazione di alcuni articoli della legge regionale sull’acqua, la n. 18/2006, il Contratto Mondiale sull’acqua che ha accompagnato e sostenuto la battaglia dei Sindaci referendari esprime soddisfazione per l’accoglimento da parte della Regione dei quesiti referendari sancito oggi dal voto all’unanimità del Consiglio Regionale.

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E’ una importante vittoria dei Comuni sulla strada della ripubblicizzazione ma anche dei cittadini e dei movimenti che hanno caparbiamente accompagnato e sostenuto anche sui territori, con dibattiti ed incontri, i lavori del Tavolo tecnico avviatosi fra il coordinamento dei sindaci referendari e l’Assessore alle Reti e servizi di pubblica utilità Buscemi nel corso del 2008. Una trattativa lunga e faticosa che ha però alla fine, grazie ad un paziente lavoro di confronto ha portato le forze politiche della maggioranza e della opposizione ad esprimersi nella VI° Commissione Consiliare a favore dell’accoglimento dei tre quesiti referendari e le proposte di modifica richieste dai sindaci.

E’ una vittoria della democrazia dal basso, in cui cittadini e Comuni hanno saputo con forza contrastare il tentativo di l’imposizione da parte della Regione di un solo modello di gestione dei servizi idrici, quello della messa a gara della erogazione e la possibilità dei privati di partecipare alle società patrimoniali.

La vittoria conseguita con le correzioni apportate al modello “lombardo” di gestione consente di rimettere al centro delle decisioni sull’acqua l’autonomia di scelta dei Comuni, attraverso l’Ambito Territoriale Ottimale, e di tracciare un nuovo percorso anche rispetto ai modelli che nel frattempo sono stati definiti da una legge nazionale che è fortemente orientato a condizionare e a sottrarre la gestione ed il controllo dei beni comuni e dei servizi più direttamente rivolti ai cittadini, dalle competenze dei Comuni.

E’ opportuno ricordare che la legge 133 del 6 agosto con l’articolo 23 bis, ha classificato l’acqua come un bene di rilevanza economica espropiandola ai Comuni ed obbligandoli alla messa a gara di tutti i servizi pubblici locali, acqua compresa. Contro questa decisione del Governo sono stati opposti, da parte di alcune Regioni, ricorsi di costituzionalità ma è indubbio che la decisione del Governo abbia fortemente condizionato l’autonomia di Regione, Province e dei soprattutto dei Comuni.

Un secondo preoccupante segnale viene dai principi che sono alla base della Riforma Federativa la cui discussione è stata avviata in Parlamento. Se a livello di “funzioni fondamentali” si sottrae ai Comuni i beni comuni ed in particolare il servizio idrico integrato e quello dei rifiuti e tutti, lasciando loro solo la titolarità della gestione di “sanità,istruzione e polizia locale”, appare chiaro che ancora una volta l’autonomia dei Sindaci ed il loro rapporto con i cittadini rischia di essere minato da un processo federativo che va in tutt’altra direzione da quella di rafforzare le autonomi locali.

Rispetto a questi due pericolosi scenari, il Comitato italiano per il Contratto Mondiale sull’acqua rivolge ai Sindaci alcuni appelli. Invita i Comuni lombardi ad aderire al nascente Coordinamento nazionale degli Enti locali per l’acqua pubblica ed ad affiancarsi al Movimento per sostenere due battaglie fondamentali lanciate dal Forum dei Movimenti dell’acqua.

Il sostegno alle proposte di ripubblicizzazione dell’acqua come servizio pubblico contenute nella proposta di legge di iniziativa popolare la cui discussione è stata calenderizzata alla Commissione ambiente della Camera, associato alla richiesta a tutte le forze politiche presenti in parlamento, della maggioranza e dell‘opposizione, di avviare una revisione parlamentare dell’art.23 della legge 133 che escluda l’acqua dai servizi di rilevanza economica e dall’obbligo della messa a gara.

La seconda proposta è quella che i Sindaci facciano sentire sui rispettivi partiti e sul governo, la loro richiesta di poter decidere e gestire i servizi pubblici locali e di beni e risorse comuni presenti sui rispettivi territori.

E’ arrivato il momento in cui Comuni e cittadini devono far sentire al loro voce a sostegno e difesa dei diritti di cittadinanza. L’impegno politico a difesa dell’acqua, un bene essenziale che non può essere gestito pensando al mercato, deve essere il punto di partenza di questa battaglie di civiltà e di democrazia partecipata.

Comitato Italiano per il Contratto Mondiale sull’Acqua

www.contrattoacqua.it

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Scarica le disposizioni della Regione Lombardia del servizio idrico integrato: Progetto di legge n. 0291.pdf

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