Parlare del futuro della sanità procidana, in una fase che sarà sempre più caratterizzate da pesanti tagli alla sanità regionale ed alla vigilia della fusione della nostra Asl Na2 con l’ASL NA3 e del nostro Distretto con quello di Ischia, significa porsi una serie di interrogativi e fare alcune riflessioni.
Compito di chi fa politica non può essere quello di opporsi acriticamente a misure di razionalizzazione della spesa ,che dopo anni di sperperi sarebbero le benvenute,( a patto di non andare ad incidere sui livelli elementari di assistenza di una comunità), ma, al contrario, di contribuire ad individuare, con l’aiuto dei sanitari locali,quali siano le criticità, le inefficienze, le incongruenze e proporre un modello organizzativo alternativo che riesca a coniugare efficienza e risparmio.
Si può fare.
Mentre per quanto riguarda l’ospedale si apprezza moltissimo lo sforzo che l’ASL Na2 sta operando per la collocazione quest’anno della TAC e per l’ottenuto aumento dei posti letto, resta irrisolta il problema di una autonoma quotidiana direzione sanitaria , del potenziamento della diagnostica per immagini, e di un ambulatorio oncologico. Per le attività distrettuali non possiamo fare a meno di segnalare la mancanza da sempre di un oculista asservito al centro antidiabetico o a programmi di screening scolastico, così come di un foniatra esperto in disturbi dell’apprendimento, più volte richiesto dalle insegnanti.
Accanto a queste carenze, si affiancano invece inutili duplicazioni di figure specialistiche tra distretto ed ospedale, e persino specialisti giusti…nel posto sbagliato: il pediatra e il cardiologo meglio che stiano al Distretto, piuttosto che in ospedale, viceversa l’ortopedico .
L’ottimizzazione delle figure specialistiche già impiegate, dei loro orari di incarico, dei loro accessi, della loro sede, l’utilizzazione anche di specialisti procidani già dipendenti anche se per altre mansioni, il maggiore coinvolgimento dei medici di base, della Continuità assistenziale e del 118, il ricorso alla telemedicina , porterebbero ad un miglioramento dei servizi ed a un risparmio dei costi.
Tutto ciò si può realizzare solo se le autorità sanitarie incaricate di Procida, dovunque esse risiedano, si impegnino finalmente a non considerare distretto ed ospedale come due realtà distinte ognuna ricercante la ragione della sua esistenza involontariamente(ma inevitabilmente) a spese dell’altro, in una darwiniana lotta per la sopravvivenza ai tagli.
A tale scopo, i sottoscritti consiglieri chiederanno a breve un incontro al direttore generale dr. Ateniese.
F.to Gennaro Cibelli – Michele Romano – Tommaso Strudel