Che la politica procidana stesse vivendo una fase estremamente complessa oramai, tra gli addetti ai lavori, era cosa risaputa da mesi, poi è arrivata l’ufficialità della rottura tra i “primate” del centrodestra, ovvero il già sindaco, segretario provinciale di AN ed ex parlamentare, attualmente presidente del Consiglio Comunale, Luigi Muro, e il Primo cittadino, Vincenzo Capezzuto, contrasto che ha vissuto il momento di maggiore visibilità nella vera e propria “conta” di voti e preferenze andata in scena alle elezioni europee dello scorso maggio. Difficile prevedere, in queste ore, quali potranno essere gli sviluppi più o meno futuri (ricordiamo che le elezioni comunali sono oramai alle porte) anche alla luce dell’oramai logorio quotidiano fatto di polemiche e distinguo che, dalla stanza dei bottoni in via Libertà, si sono trasferiti, sempre con maggiore insistenza ed enfasi, alle pagine dei giornali e sui social media.
Tanti i punti in cui sono emerse diversità di vedute, o di metodo, tra i due protagonisti della politica procidana dell’ultimo ventennio ma quello sul quale la distanza sembra essere oramai incolmabile è la questione che riguarda il porto turistico di Marina Grande, dal 2005 in concessione trentennale alla “Marina di Procida Spa”, il cui capitale sociale è detenuto per il 51% da “Mare 2” e il restante 49% è nelle mani dal Comune di Procida, società che vede presidente l’ex sindaco Gerardo Lubrano e amministratore delegato l’ing. Renato Marconi.
Da un lato il Sindaco Capezzuto che vuole fermare la procedura di vendita delle quote detenute dal Comune e passare ad una gestione diretta in quanto, in primo luogo, sono cambiate le condizioni che portarono alla costituzione di “Isola di Procida Navigando Spa”, all’epoca interamente pubblica con il 51% appannaggio di Campania Navigando (80% Italia Navigando e 20% Regione Campania tramite l’EAV) e 49% sempre del Comune, giacché passaggi vari hanno trasferito la maggioranza in mani private determinando un inasprimento di quelle che dovevano essere le garanzie sociali previste nell’originario accordo di programma (leggi conflittualità con i diportisti residenti), dall’altro Luigi Muro che, viceversa, etichetta pubblicamente senza mezzi termini la proposta del Primo cittadino come “demagogica e disperatamente tardiva che contrasta con decine di delibere da lui stesso approvate” e poi sottolinea che “Se il Sindaco ha cambiato idea dovrebbe parlarne prima con la maggioranza, e poi revocare le delibere di consiglio. Tutto si può fare senza dimenticare che con le istituzioni non si scherza”.
Senza andare troppo indietro nel tempo, però, nella vita politica recente dell’isola di Graziella l’argomento “porto turistico” è stato sempre piuttosto ostico e già nella passata consiliatura, sindaco Gerardo Lubrano, siamo nel 2008, si verificò una una vera e propria bufera in quanto la convocazione di Consiglio Comunale presentata dai consiglieri d’opposizione Romano, Borgogna, Intartaglia, Capezzuto jr, Ambrosino, con la quale si chiedeva di discutere della revoca della Delibera di G.M. che aveva dato avvio alle procedure per la vendita delle quote detenute dal Comune di Procida in “Isola di Procida Navigando Spa”, fu sottoscritta anche da Formisano, Strudel e Cibelli, tre pezzi dell’allora maggioranza che sancirono ufficialmente una diversità di vedute, per la precisione a vario titolo già manifestata in precedenza, ma che comunque, strada facendo, portò ad un rimescolamento delle carte sia in quella fase che nelle successive elezioni del 2010. Ma questa, si potrà dire, è un’altra storia. Quello che invece potrebbe ripetersi, secondo alcune voci, è una imminente richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio Comunale da parte del raggruppamento di minoranza “Insieme per Procida”, che attraverso il capogruppo Dino Ambrosino ha confermato la volontà di stoppare in tutti i modi la vendita della quote comunali nel “Marina di Procida”, proprio per chiarire una vicenda tutt’altro che definita e che potrebbe anche rappresentare “il canto del cigno” per alcuni dei protagonisti della politica isolana.
SOLO L’AVV. LUIGI MURO E I SUOI COMPARI AFFONDERANNO NEL PORTO TURISTICO
IL PORTO E’ DEI PROCIDANI LO ABBIAMO PAGATO NOI E NON DOBBIAMO PERMETTERE A CHI DICE FALSAMENTE DI AMARE PROCIDA DI SVENDERLO, TOGLIAMO LE MANI DELL’AVV. MURO DAI NOSTRI BENI, NON DIAMOGLI LA POSSIBILITA’ IL PROSSIMO ANNO DI RIMETTERE LE MANI SU PROCIDA!
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testo di pc1951
Mi hanno sempre divertito i giochi di prestigio, quelli innocui da palco, dove con intelligenza e destrezza il prestidigitatore ti fa sparire le cose sotto il naso e ti fa credere possibile l’impossibile.
Mi diverte molto meno quando ad operare queste sparizioni sono i nostri amministratori e a sparire (non per finta ) sono un porto intero e un pezzo di strada.
Da anni denuncio la “pasticcioneria” (se tutto va bene) delle amministrazioni degli ultimi ventanni che sta portando il porto turistico, un pezzo di Procida i cui lavori sono stati pagati in parte anche dalla comunità, in mani private… e che mani!!!
Già si parla di rivedere gli accordi per quanto riguarda i diportisti locali e, in un’intervista, il futuro padrone, grandissimo prestigiatore (eufemismo per mantenersi nella decenza) compagno(anzi camerata) di merenda di Muro e Bocchino ha già velatamente minacciato di inasprire le condizioni di accesso al porto e quindi alla spiaggia della Lingua.
E qui veniamo al dunque: c’era una volta una strada che da Via Roma, passando davanti all’ex macello portava alla spiaggia della Lingua e alle scale che si chiamano ancora Via Lingua fin sopra alla Vigna: Quelli della mia età ricorderanno che fino alla spiaggia si arrivava in auto o motorino e che sul lato interno della strada c’era uno spiazzo con un localino – il famoso Millelucciole dello scomparso Mimi (che per proprietà transitiva si chiamava Mimi Milelucciole 🙂 ). Comunque non c’è bisogno di essere centenari per ricordare questa strada anche dopo la fine del Millelucciole.
Poi arriva il progetto del porto turistico e insieme, forse per combinazione, il depuratore, altra storia infinita della prestidigitazione amministrativa locale.
In un Battilocchio (come direbbe Concetta Barra) la strada scompare e diventa prima deposito della monnezza, poi distrattamente viene usata dal porto turistico a cui altrettanto distrattamente viene data in concessione gratuita un’ala dell’ex macello.
Sempre distrattamente un bel giorno compaiono le barriere con tanto di cartello per cui chi deve passare chiedesse al personale del porto, delle casette (penso) abusive per i servizi e in ultimo, come se non bastasse vengono chiusi i varchi tra le panchine. Non si passa più a meno di non entrare nell’unico varco libero all’altezza della piazza, più o meno all’altezza di Sprint e, come vi dicevo prima, in un’intervista il nuovo padrone ci dice che dobbiamo anche ringraziare perchè altri porti hanno una recinzione alta due metri per motivi di sicurezza 🙂 (sicurezza evidentemente dei nostri “ospiti).
La domanda che mi viene spontanea è: si può dare in concessione a un privato un pezzo di strada (che su google map si chiama ancora Via Roma) in maniera che una mamma con carrozzina o un disabile o semplicemente una persona con una valigia che va alla Vigna deve chiedere a un ESTRANEO PRIVATO il piacere di farlo passare? Non è che ci state rubando qualcosa?
Porto turistico: Totòtruffa
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testo di pc1951
Ma il sig. Cibelli che commenta e’ il consigliere comunale?
abbiamo una spending review prevista in autunno sulle partecipate,…..forse e’ bene attendere?