Procida: A proposito di differenziata

Nel clima di festa natalizia, anche l’associazione Operatori Turistici  e Commercianti, ha voluto far sentire la sua voce a proposito dell’argomento degli argomenti: la munnezza, che è poi quasi come sparare sulla Croce Rossa. Le motivazioni dell’emergenza campana (contenute nel manifesto affisso in questi giorni), sostengono gli operatori, sono quelle di sempre: sistema delle discariche in esaurimento, differenziata a livelli irrisori  (salvo qualche eccezione), raccolta affidata a carrozzoni clientelari e inefficienti, quando non malavitosi, burocrazie irresponsabili. La crisi è ulteriormente aggravata dalla sfiducia  nelle promesse di politici inaffidabili e dalla rivolta delle popolazioni, giustamente preoccupate per la propria salute.

Fa specie, in questo quadro drammatico, la rottura di ogni solidarietà nazionale (solo la Puglia si è fatta carico del problema).

La risposta, sottolineano gli operatori, può essere solo in una raccolta differenziata spinta che punti al recupero e al riciclo, all’attivazione immediata dei siti di compostaggio e  alla riduzione a  monte di tutto ciò che può essere eliminato.

Per quanto riguarda l’isola di Procida: E’ Vergognoso (leggiamo),

che sia ancora sotto il 20% di differenziata e non rispetti l’obiettivo previsto dalla legge per evitare un ulteriore aggravio tariffario;

che a fronte di una tariffa già insostenibile si parli di aumenti (smentiti, ma fino a quando?) di un ulteriore 11%, dopo l’aumento di ben il 20% già sostenuto l’anno scorso dagli operatori commerciali;

che questo aumento si giustifichi con il mancato obiettivo della differenziata che i cittadini di fatto fanno e la società di gestione vanifica; che non vi sia l’attivazione di una rete organizzata di compostaggio domestico, utilizzando i giardini isolani;

che non vi sia una costante campagna d’informazione, con il monitoraggio di mese in mese dei risultati raggiunti e le soluzioni idonee all’incremento della raccolta;

che il rifiuto d’ingombro debba essere conferito dai cittadini a fronte di una cinquantina di addetti alla raccolta rifiuti; che non si attui un riduzione a monte del volume dei potenziali rifiuti;

che il servizio di raccolta sia affidato ad una società che il prefetto ha interdetto per opacità nella certificazione antimafia;

che l’assenza di una consistente raccolta differenziata esponga l’isola, come è avvenuto nel recente passato, al rischio di un nuova emergenza rifiuti.

La richiesta degli Operatori Turistici è che l’amministrazione si dia una mossa puntando al massimo di autonomia. Procida deve raggiungere alla fine del 2011 minimo il 50% di differenziata, obiettivo  tutt’altro  che  ambizioso e utopico, come dimostrano le esperienze sul campo di migliaia di comuni virtuosi, in Campania, in Italia e nel mondo.

Scarica la versione integrale del: manifesto

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