Si inasprisce, e non di poco, il confronto politico tra “La Procida che Vorrei” e “Per Procida”. L’esposto indirizzato da quest’ultimo al Presidente della Regione Campania, al Presidente Commissione Turismo della Regione Campania e all’Autorità Nazionale Anticorruzione, avente ad oggetto le manifestazioni collegate al progetto “Itinerari di Arte Architettura Natura Letteratura Teatro Cinema tra tradizioni Etnografiche Gastronomiche e Musicali PAC (Piano di azione coesione) COMUNE DI PROCIDA anno 2015”, ha provocato una vibrante reazione da parte dei componenti di “La Procida che Vorrei” che, come oramai prassi consolidata, hanno affidato ai social le proprie risposte. Da questo punto di vista l’assessore Antonio Carannante annota: “L’opposizione scrive all’Autorità anticorruzione e ci accusa di aver volutamente violato la legge per favorire “amici e congiunti”. Un’accusa becera e gravissima per la quale stiamo valutando la querela per il reato penale di calunnia. E a dire che quasi tutta l’opposizione proviene da una precedente amministrazione di cui diversi esponenti sono tuttora oggetto di gravi procedimenti penali. La politica è un’altra cosa. Procediamo”.
Più o meno sulla stessa lunghezza d’onda il messaggio del Sindaco Dino Ambrosino che, in un post, rincara ancora la dose: “Siamo persone perbene. Talmente perbene che dopo aver vinto le elezioni abbiamo steso un velo pietoso su quanto successo in passato. Tuttavia, a questo punto, non possiamo accettare lezioni di legalità da chi è scappato dalla scena politica rincorso dai provvedimenti della Magistratura. La nostra dedizione ai problemi dei procidani potrebbe essere scambiata per mancanza di argomenti. Evidentemente dobbiamo cambiare registro. Denunciare alla Magistratura gli ammanchi di fondi vincolati come la distribuzione clientelare dei blocchetti della mensa. Denunciare lo spreco di denaro pubblico con i progetti fallimentari dei cassonetti interrati, del Bannock, del centro di vagliatura del pescato. Chiedere di indagare sul perché la nostra comunità abbia dovuto rimettere, in 10 anni, 1 milione di euro per la gestione del porto turistico. Fa specie che parlino di autorità anticorruzione gli ex amministratori che hanno portato il Comune di Procida al disastro economico. Noi non ci tiriamo indietro. Saremo ben lieti di essere ascoltati dall’Autorità Giudiziaria per spiegare gli ultimi 30 anni di favoritismi a danno del bene comune. Certo dovremo dedicare tempo ed energie ad una attività che non porterà sollievo ai problemi della comunità. Ma a questo punto è giusto e opportuno smascherare chi sta tentando di rifarsi la verginità”.
La risposta di Menico Scala, capogruppo consiliare di “Per Procida”, non si fa attendere e sul suo diario scrive: “Noi abbiamo la faccia di denunciare qualcosa che sembra non regolare come lo abbiamo esposto chiaramente, altri reagiscono in modo impulsivo senza riflettere che un paio di anni fa, quanto evidenziato in questo commento, e’ già stato denunciato alla corte dei conti in modo anonimo … Almeno NOI ci mettiamo la faccia”.