PROCIDA – S’è parlato e scritto tanto a torto e/o a ragione in questi ultimi giorni relativamente alla Processione del Venerdi Santo, soprattutto per quel che riguarda un suo rilancio perché considerata oltre un enorme patrimonio culturale ed artistico anche un grande attrattore turistico e quindi economico. È vero serve ancora tanto tempo ed impegno ma, nonostante qualche effimera miglioria apportata quest’anno, c’è un aspetto a cui non si dà o meglio, non si vuole dare il giusto peso: il dopo processione e la relativa esposizione delle tavole iconografiche. Anche quest’anno, chiuso il sipario sui riti pasquali, s’è chiuso indebitamente, ingiustamente e senza alcun rispetto per tutti coloro i quali hanno dato tantissimo in questi ultimi mesi per la costruzione delle tavole anche il dopo processione, emarginando solo qualche opera e solo per gli associati in delle squallide tende utili solo alla realizzazione delle stesse. Per non parlare poi di coloro i quali, per svariati motivi, a torto e/o a ragione, non si riconoscono nelle due associazioni e che, dati alla mano, rappresentano indubbiamente il fiore all’occhiello della “processione dei misteri” che, sono stati costretti già nella giornata di sabato, nonostante la stanchezza a “sfasciare” tutto per liberare gli spazi privati occupati e, restituire gli stessi puliti e sistemati ai proprietari che gentilmente li hanno concessi. C’è sicuramente qualcosa che non va da analizzare studiare e risolvere quanto prima possibile.
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