Procida: 150 anni dell’apertura dell’istmo di Suez

PROCIDA – L’incontro di storia marittima presso la Chiesa della SS.ma Maria della Pietà e di San Giovanni Battista del prossimo 2 agosto alle ore 19,30 è dedicato al viaggio e all’emigrazione dei procidani in Egitto. E’ organizzato da Raffaella Salvemini, primo ricercatore e storica, e dall’Istituto di Studi sul Mediterraneo del Cnr, con il patrocinio del Comune di Procida, Arciconfraternita Pio Monte dei Marinai Procida, Museo Civico di Procida, I.I.S.S. ITN “F. Caracciolo” – IM “G. da Procida”, Marina di Procida Spa. L’occasione per discuterne è data dai 150 anni dell’apertura dell’istmo di Suez. Il focus non è la navigazione, il commercio, i traffici marittimi o ancora la storia economica e finanziaria, quanto piuttosto le storie di uomini, di donne e bambini di cui ancora oggi sappiamo troppo poco e forse troppo spesso siamo portati a dimenticare non solo il sacrificio personale, ma le mille difficoltà affrontate in patria oltre che nel paese di arrivo.

Intere generazioni di studiosi si siano interrogati sulle cause di questo esodo massiccio: espulsive o attrattive; sugli effetti delle diverse politiche migratorie e sulle loro conseguenze economiche e sociali nei paesi d’origine e in quelli d’arrivo, permangono ancora molte incognite tutt’altro che risolte. La ricostruzione della storia delle grandi ondate migratorie che a partire dalla fine dell’800 si sono succedute, pur essendo ormai da tempo uno dei temi “classici” della storiografia italiana ed internazionale sull’età contemporanea, presenta ancora molte zone d’ombra. Le ricognizioni sulle tendenze generali si sono nel tempo opportunamente intrecciate ad indagini sulle comunità, sulle famiglie, sui singoli. Ricerche che, seguendo il cammino dell’emigrante dal paese d’origine alla destinazione finale, hanno consentito di mettere a fuoco più da vicino una serie di aspetti che l’approccio macroeconomico non poteva cogliere. In una visione più complessa dei fattori esogeni ed endogeni dell’emigrazione, molti studiosi si sono concentrati sulla ricostruzione delle catene migratorie che – attraversando successive generazioni strutture familiari e gruppi di mestiere – hanno condizionato comunità di partenza e comunità d’arrivo nel tentativo di spiegare.  Prendendo a prestito le parole di uno dei maggiori storici dell’emigrazione italiana, Ercole Sori, l’idea è quella di fornire un volto e restituire una voce ai protagonisti di questa travagliata odissea, senza scivolare nell’epopea, cui partecipò anche Procida.

Per la storia del viaggio dei procidani a Suez, Port Said e Ismailia non è stato trascurato nulla. Dopo i saluti istituzionali del sindaco Dino Ambrosino e degli assessori Nico Granito e Antonio Carannante, del direttore dell’Ismed –Cnr, Paola Avallone, della dirigente Scolastica I.I.S.S. ITN “F. Caracciolo” – IM “G. da Procida” Maria Saletta Longobardo, del direttore del Museo Civico di Procida, Nicola Scotto di Carlo,  si parte con la musica della pianista e compositrice Maria Grazia Ritrovato, la cui storia famigliare non è estranea al tema della serata. A seguire un inquadramento storico più generale sull’importanza di Suez affidato a Rosa Maria Delli Quadri, esperta di storia del Mediterraneo all’Orientale. Raffaella Salvemini riassumerà alcuni passaggi utili a comprendere la portata del fenomeno migratorio subito dopo l’Unità che coinvolse i procidani. Poi toccherà alle testimonianze con il racconto di Berardino Buonocore, discendente di famiglie procidane emigrate a Ismailia. Sui procidani in Egitto parlerà Pasquale Lubrano, giornalista e curatore della pagina di storia del giornale “Procida Oggi”. Infine, Francesca Borgogna, insegnante di storia, racconterà cosa è possibile trovare nei registri dell’istituto nautico sui figli di Suez. Conclusione affidata alla pianista Maria Grazia Ritrovato con la ballerina Marta Siniscalchi, anche lei legata alle famiglie a Suez, in una perfomance artistica di musica e danza.

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