Da sempre l’isola di Arturo è soggetta ad una costante opera di erosione lungo le sue coste da parte degli agenti atmosferici quali le mareggiate e il forte vento che, uniti a forti piogge e periodi di siccità, rendono estremamente friabili le falesie di tufo, provocando distacchi e smottamenti.
Negli ultimi anni, sotto la spinta ed azione dell’amministrazione, molti tratti di costoni sono stati posti in sicurezza vedi località “Grotte”, “Pozzovecchio”, “Chiaia”, “Ciracciello”, cosa che ha consentito di recuperare anche ampi spazi di arenile sottostante, evidentemente, però, altre zone necessiterebbero di interventi urgenti (la mancanza di fondi, ovviamente, non rende la cosa semplicissima) in quanto, a poco a poco, pizzica oggi frana domani, in alcuni punti dell’isola, la linea di costa, anche laddove sembrava sufficientemente ampia e distante dai fabbricati, si sta avvicinando pericolosamente a nuclei abitativi ponendo, se non proprio nell’immediato, seri problemi di sicurezza.
Da questo punto di vista, momenti di paura si sono vissuti:“Nella serata di venerdì 11 gennaio – ci dice Massimo Noviello – erano le 21.15 circa quando sono sobbalzato dalla sedia ed ho gridato: è il terremoto! Non so dire per fortuna o meno, ma non era il terremoto bensì, all’improvviso, un pezzo di costone in località “Ciraccio”, di lunghezza circa 20mt di spessore circa 2 mt per un’altezza di 16 mt circa (oltre 600 mc), era venuto giù.
[nggallery id=14] Sino ad oggi – continua Noviello – le Autorità, purtroppo, hanno sempre fatto orecchio da mercante ed il degrado continua e, nonostante la zona sia interdetta, rimane sempre una bella oasi per “appartarsi” e meta di bivaccatori che vengono con i tender dal mare. La Capitaneria di Porto, infatti, è costretta a mandare i propri uomini “col pantalone al ginocchio” per far sloggiare i “Robinson Crusoe” muniti di merenda e seggiolino, senza contare quelli più “sentimentali”… che, a loro insaputa rischiano davvero la vita. Verso la fine degli anni ‘90 – conclude Noviello – nella spiaggetta vicina detta “la Sciuscella” una frana colpì una tenda canadese che stranamente era li. Intervennero con gli elicotteri e un pontone che pompava acqua per scoprire se li sotto c’erano vittime. Mi ricordo che verso mezzogiorno trovarono i presunti occupanti sani e salvi perché di notte abbandonarono la loro tenda sulla spiaggia per andare a dormire in una casa. Fino ad oggi… è andata bene!”L’ultimo accaduto, secondo alcuni, potrebbe, inoltre, influire non poco anche sul già flebile sistema marino della zona (da Ciraccio sino al Lungomare Cristoforo Colombo), il cui fronte di terra è già arretrato di oltre 50 metri rispetto agli anni ’60, con ripercussione sugli arenili che rappresentano uno degli introiti maggiori per il turismo isolano.
Guglielmo Taliercio