Procida: I diplomati nautici in panne

di Francesco Marino
I diplomati nautici procidani, da qualche tempo, sono in gravissima difficoltà. Il 2010 è stato certamente il loro anno nero. L’Istituto Nautico “Francesco Caracciolo”, una volta fra i migliori Istituti italiani del settore, non riesce più ad essere all’altezza dei tempi in quanto è altissimo il numero di aspiranti ufficiali procidani che, presentandosi agli esami di patentino e patente, non superano gli esami preliminari con particolare riferimento a quello d’inglese che, dati alla mano, sembra essere diventato un optional. Pochissimi, infatti, sono i diplomati nautici che balbettano l’inglese in modo particolare in un momento storico in cui, con la globalizzazione anche nella marineria mercantile, si richiedono ufficiali che sappiano l’inglese soprattutto nella comunicazione e nella padronanza dei processi informatici che governano le navi mercantili e non.
Insomma, oggi chi conosce l’inglese non va da nessuna parte. Attualmente l’allievo nautico, dopo aver compiuto il prescritto periodo di tirocinio, si presenta in sequenza sia agli esami di patentino e patente affrontando una prova d’inglese. Una commissione paritetica composta da un ufficiale della Capitaneria di Porto, un docente in navigazione, un docente di macchine ed un rappresentante di categoria esamina tecnicamente l’aspirante ufficiale a capoguardia rilasciando, in caso di esito positivo, il primo titolo: il patentino. Procedimento più o meno analogo si segue per la patente che consente marittimo di poter accedere al comando delle navi.
A detta di tutti, nella commissione paritetica, il dominus è rappresentato dall’ufficiale della Capitaneria di Porto. Attualmente le statistiche ci dicono che gli esaminandi procidani che superano la prova d’inglese sono all’incirca del 10%, fatto che costituisce un andamento piuttosto indecoroso da qui la crisi che ha colpito la marineria procidana a cui si aggiunge, negli ultimi tempi, il sommarsi di altri scandali che, oramai, sono sotto gli occhi della magistratura.
Si noti che per preparare questi esami, gli aspiranti ufficiali si sobbarcano di notevoli spese. Infatti, intorno all’”affaire” patentino e patente è sorto un florido business, non sempre documentabile, a meno che non ci si affidi a organizzazione serie di categoria come il Collegio Capitani e Macchinisti di Napoli.
In attesa, comunque, che il nodo dell’inglese respinto dai procidani venga sciolto, alla dirigente dell’Istituto Nautico, dott.ssa Maria Salette Longobardo, ci permettiamo di dare un suggerimento ovvero usare il metodo universitario dove il laureando decide il proprio percorso formativo in modo tale che, nel nostro caso l’aspirante ufficiale, una volta superato l’esame tecnico, possa concretizzare il suo impegno solo sulla lingua inglese. Naturalmente questo suggerimento non risolve del tutto il problema ma, quantomeno ne facilita la soluzione e riduce i costi sostenuti dal marittimo. La speranza è che la Capitaneria di Porto, la Dirigente dell’Istituto Nautico, nel mentre diventato comprensivo, il cap. Pasquale Sabia e il dott. Gianluca Capodanno, delegato alla Pubblica Istruzione, si attivino al più presto.
It’s Possible? Yes.

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