La stagione elettorale procidana, si è ormai chiusa da più di 2 mesi, ed è iniziato un nuovo periodo di amministrazione della nostra Isola. La volontà popolare ha conferito pieno mandato alla coalizione di centrodestra, nonostante il risicato scarto di voti, che però per effetto della legge elettorale penalizza la frammentazione in più liste nella corsa alla carica di Sindaco. Così per la quarta volta consecutiva, il centrosinistra manterrà il ruolo dell’opposizione.
Il gioco democratico e l’efficienza delle istituzioni si misurano proprio attraverso la dialettica fra maggioranza e opposizione. Una dialettica che non è retorica contrapposizione basata su slogan e fumose parole, ma una costante e proficua azione di verifica e controllo che l’opposizione è chiamata a svolgere. In assenza di questo si rischia di cadere nel consociativismo.
“Sono tutti uguali”: questa è un’affermazione ricorrente nelle conversazioni con i cittadini. Su questa sensazione diffusa ci permettiamo di richiamare l’attenzione di un’opposizione che non è stata capace di conquistare fino in fondo la fiducia della maggiornaza degli elettori procidani. “Sono tutti uguali” è un messaggio rassegnato di un elettore che non trova alternative a certe prassi di governo.
È lo sfogo di chi non vede soggetti che sappiano rappresentare una sincera capacità di svolta. Ma soprattutto è rischio di adesione alla prassi del voto ad personam che confonde diritto e cortesia, bene comune e bene individuale.
L’odierno risultato elettorale può essere rintracciato anche nel modo in cui la sinistra ha svolto, in questi anni, la funzione di opposizione. L’assoluta incapacità di esprimere una nuova classe dirigente, ma soprattutto troppi silenzi. Essere all’opposizione non è un alibi per attribuire agli altri le colpe di una cattiva gestione. L’impostazione manichea della politica – in cui il bene tout court si confronta con il male tout court – non convince e non può convincere. Non è la demonizzazione dell’avversario ad attribuire credibilità ad una parte politica, ma la capacità di proposta e di concretezza.
È necessario adesso fare autocritica e ripartire da questo risultato per diventare efficace opposizione, costruttiva, propositiva e vigile. Ognuno dei consiglieri eletti ha ottenuto un mandato di rappresentanza per sedere al comune in Via Libertà e da lì servire il cittadino. Non se stesso. È ogni giorno, infatti, che si conquista la fiducia dei cittadini, non scendendo in piazza all’apertura della campagna elettorale per poi sparire subito dopo il voto. Il cittadino non dà fiducia a chi alza la voce solo per mostrare i muscoli e poi si ritira dalla scena. Vuole continuità.
Alla nuova opposizione chiediamo di riappropriarsi con orgoglio e responsabilità di questo ruolo, di riacquistare capacità di comunicazione attraverso un impegno quotidiano. La possibilità di una futura alternanza democratica comincia oggi. È indispensabile mettere nuovamente in dialogo la piazza con il palazzo, ristabilire trasparenza, onorando il patto etico con i cittadini liberandosi dalla schiavitù del precariato.
È altresì indispensabile lavorare per realizzare un ricambio nella classe dirigente, inserendo soggetti giovani, “e non giovani vecchi”, portatori di nuove idee. La politica deve tornare ad essere passione e slancio ideale. Si dice che ciò non avviene per non perdere le competenze maturate, ma spiace osservare che in molti politici di professione a vari livelli e trasversalmente, non si ritrovano grandi abilità di cui l’amministrazione non può fare a meno, ma soltanto grandi interessi consolidati.
Speriamo che questo nuovo periodo di governo del isola, sia caratterizzato da una dialettica democratica delle parti e che entrambi, maggioranza e opposizione, concorrano a realizzare nuovi scenari di sviluppo. Dopo le proclamazioni di intenti, seguite all’approvazione delle linee programmatiche per i prossimi 5 anni, bisogna passare ora ai fatti concreti. Primo scoglio sarà sicuramente l’approvazione del bilancio preventivo 2010 e consuntivo 2009.
Su tutto questo chiediamo ai cittadini di vigilare, perché Procida è un nostro interesse e il suo futuro non è qualcosa che verrà, ma qualcosa che tutti concorriamo a realizzare ogni giorno.