Procida. Letteratura, teatro e musica classica. Tre arti che si confrontano nell'ultimo incontro dei "Mercoledì dell'ombrellone"

Letteratura, teatro e musica classica; tre arti che si confrontano dal XVIII al XXI secolo nell’ultimo incontro della rassegna del gruppo di lettura “Libriamoci”.


di Pasquale de Candia
– Si è svolto l’11 Agosto al Gm Bar l’ultimo incontro dell’associazione Libriamoci per la rassegna “i mercoledì dell’ombrellone-un libro per l’estate” conl’intervista di Roberta Scotto Galletta (scrittrice e fondatrice del gruppo dilettura “Libriamoci”) a Elisa Ruotolo, autrice che si è riuscita ad imporre grazie ad una raccolta di racconti,non senza delle iniziali difficoltà, data la predilezione dell’Italia per il romanzo genere principale e di punta dell’editoria, con la sua casa editrice Nottetempo ha pubblicato questa avvincente ed emozionante opera. Con la sua raccolta di racconti “Ho rubato la pioggia” ( modo di dire del dialetto casertanoche significa fare un’azione che non porta a nulla) l’autrice racconta di come le vite dei protagonisti delle differenti storie, in una narrazione che si alterna trarealtà e fantasia, siano accomunate da un comune denominatore; cioè la conoscenza di se stessi che porta ad una consapevolezza che li guiderà nella vita di ognuno. È un’opera che punta sull’introspezione e l’analisi interiore,con protagonisti, in alcune storie, che parlano in prima persona in un dialogo aperto, in una confessione diretta al lettore, senza l’interporsi dell’autore-voce narrante. È un testo ricco di sensazioni, emozioni ed immagini in cui si rievocall’hinterland casertano, con i luoghi amati e vissuti dall’autrice nella sua infanzia. Anche dal punto di vista stilistico e del linguaggio l’introduzione di termini e costruzioni sintattiche dialettali, rievocano immagini, suoni e ricordi cari ad Elisa. È la lingua dei personaggi e non si potevano trasmettere al meglio le emozioni vissute se non con un dialetto reso più accogliente e comprensibile; ma senza perdere i suoi tratti fondamentali e salienti. L’uso del dialetto è una scelta tuttora importante che ha unimportante peso linguistico. Grazia Deledda è stata tra le prime autrici a proporre nei suoi romanzi e racconti termini tipici della sua terra; ancora oggi Salvatore Niffoi, in un parallelo temporale, usa i termini tipici della sua amata Sardegna. La lingua italiana è importante perché ci rappresenta e nella sua evoluzione storica è divenuto fattore di unione e fattore identificativo di un popolo, ma non bisogna dimenticare le piccole realtà regionali. Il dialetto è cultura e folklore e non deve essere messo da parte;ma anzi deve essere rivalutato come fattore distintivo di una piccola comunità.Per quanto riguarda il teatro Serena Ambrosino e Pasquale De Candia dei”Lazzari felici” hanno proposto una rivisitazione teatrale dell’opera “Dorian Gray”. La lettura dei paragrafi più significativi si è alternata ai commenti della coscienza “scomoda” di Dorian, che ha evidenziato soprattutto le colpe del personaggio tanto caro a Wilde. A contornare con brani tratti da “La cavalleria rusticana” di Mascagni, “Il flauto magico” di Mozart e una sonata di Bach, sono stati i maestri: Marco Salvio, flautista vincitore del premio “Krakamp”,Massimiliano Miani, Principal clarinet della “Slovenian Philharmonic orchestra” di Ljubljana, e Giuseppe Scotto Galletta, clarinettista che si esibisce in vari teatri tra cui il San Carlo di Napoli.

Gli appuntamenti con il gruppo di lettura non finiscono, Martedì 24 Agosto presso la Chiesa di San Giacomo ci sarà la presentazione delle opere degli autori: Diego di Dio, autore di uno dei racconti di “Quando avevo undici anni” ed. LAB, Antonio Sobrio col suo romanzo “Come Michael Jackson?” e Michele Assante del Leccese sceneggiatore e vignettista di 11 storie di “Nero napoletano”ed. Marsilio, 50 storie che raccontano misteri e leggende ambientate a Napoli. Un appuntamento da non perdere!

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