di Francesco Marino
Fra squilli di telefono e bottiglie di champagne, Vincenzo Capezzuto annuncia la sua candidatura a sindaco. Assessore di stile democristiano alle politiche sociali, Vincenzo Capezzuto raccoglie quanto ha seminato, compiendo la “vendetta politica” verso chi aveva beffato il padre anni fa, inducendolo a premature dimissioni.
In verità tutto è stato orchestrato col consueto acume politico dell’assessore provinciale Luigi Muro, ora proteso verso più importanti incarichi sempre che non sia sacrificato ancora una volta da Italo Bocchino sull’altare della realpolitik napoletana.
Per ora l’agnello sacrificale è stato il sindaco Gerardo Lubrano che, spudoratamente tradito dai suoi amici, è stato costretto a ritirarsi dall’agone politico procidano, è stato dato in pasto agli arrabbiati procidani, colpevole secondo i ciechi, dell’abbattimento delle case e della cattiva gestione del patrimonio comunale. Di contro colpisce gli elettori che ancora troppi ras, anche chiacchierati, siano ancora a far parte del contesto amministrativo a discapito di un Gerardo Lubrano che è una persona onesta che ne esce pulito così come vi era entrato, senza arricchirsi e avendo sacrificato tempo e cura alla famiglia e alla sua attività commerciale.
Logica politica vuole che il suo gesta sarà eventualmente risarcito con un incarico di sottogoverno dove potrà far valere le sue indubbie capacità imprenditoriali.
A questo punto, Vincenzo Capezzuto, una volta definita la sua squadra dovrà presentare programmi e parlare chiaramente ai cittadini, anche attraverso le risposte che saprà fornire alle nostre domande.
Per quanto riguarda la situazione politica napoletana è ancora tutta in evoluzione con l’arrivo del ciclone De Luca. E se a Procida tornasse Muro? Questo dubbio ci assilla ma lo manifestiamo ai lettori inducendoli a riflettere.