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Per il pool del procuratore De Chiara quel materiale non va gestito come discarica ma deve essere rimosso. È ancora braccio di ferro tra il pool reati ambientali della Procura di Napoli e lo staff del sottosegretario ai rifiuti Guido Bertolaso, finito sotto inchiesta da parte degli stessi magistrati. L’ultimo schiaffo arriva poche ore fa. Gli esperti incaricati dal capo della Protezione civile chiedevano al Tribunale di Napoli – dinanzi al quale è in corso il processo contro Bassolino, vertici Fibe e altri 25 imputati – un temporaneo dissequestro delle balle fuorilegge rimaste sotto sigilli in alcuni siti, da Villa Literno a Caivano, da Ponte Riccio di Giugliano a Marcianise. I motivi? Nella richiesta inoltrata dai rispettivi “commissari ad acta”, cioè gli ufficiali dell´esercito posti da Bertolaso alla guida degli Stir (stabilimenti di tritovagliatura e imballaggio dei rifiuti) si paventano «rischi sanitari» per balle e percolato abbandonati da anni; si promettono «strategie di intervento» e «messa in sicurezza», così «come prescritto da Ministero dell´Ambiente e sub commissario alle bonifiche». Ma il parere espresso, di diritto, dalla Procura è netto e tranciante contro la richiesta dei collaboratori di Bertolaso. Tale domanda, replica la Procura, è irricevibile. Quella roba, rispondono in sintesi i magistrati, non va «gestita come discarica, non va “messa in sicurezza”, ma rimossa». E soprattutto: responsabilità e costi di tali operazioni sono oneri che devono ricadere su Fibe, non sullo Stato. I magistrati Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, della sezione coordinata dal procuratore aggiunto Aldo De Chiara, non si limitano dunque a dire no.
[youtube TqtHI7z41CY]Ma analizzano duramente una tale iniziativa, censurandola. Scrivono: «Si propone di sperperare denaro pubblico in sostituzione di privati», ovvero della affidataria di quegli impianti, il gruppo Fibe, tuttora sotto processo. Gli stessi pm evocano, nero su bianco, «un contesto a dir poco volutamente ambiguo e grigio». In cui si adombra l´ipotesi di voler favorire, più o meno consapevolmente, l´«ati affidataria», ovvero Fibe, «nel compiere un´attività eventualmente spettante solo ad essa». Non serve, a quanto pare, che in calce alla richiesta di dissequestro avanzata dallo staff Bertolaso si precisi che «gli interventi tesi ad evitare pregiudizi all´ambiente e rischi di carattere sanitario» saranno seguiti «da iniziative di carattere recuperatorio a carico delle società ex affidatarie». La guerra dei rifiuti continua. E diventa ormai guerra di nervi: tra un “pezzo” di Procura e lo staff del sottosegretario. Un nuovo round che scandisce la vigilia di una decisione importante: cioè l´attesa valutazione che il procuratore capo Giandomenico Lepore, con il pm Maurizio De Marco, dovranno compiere sulla posizione degli indagati eccellenti come il sottosegretario Bertolaso, il prefetto Pansa, l´ex commissario Corrado Catenacci, prima di chiedere per loro il rinvio a giudizio o l´archiviazione. I loro nomi sono infatti finiti in uno stralcio dell´inchiesta “Rompiballe”, che ha già provocato uno strappo in Procura, finendo anche dinanzi al Consiglio giudiziario e al Csm.
Di Conchita Sannino
(24 febbraio 2009)
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