Dopo due ore di vera e propria caccia all’uomo in piena notte nelle acque del parco sommerso della Gaiola a Posillipo è stata arrestata una banda di pescatori di frodo di origine pugliese intenti a saccheggiare i fondali del parco.
L’allarme è scattato alle ore 21.30 quando il personale del parco, durante uno dei tanti presidi notturni contro la pesca illegale, ha avvistato da terra tre individui muniti di bombole e grosse ceste galleggianti provenire da Coroglio ed entrare all’interno della baia di Trentaremi dell’amp di Gaiola. Appena entrati nell’area marina protetta hanno acceso le torce subacquee ed hanno iniziato il saccheggio. Immediatamente è scattato l’allarme alla sala operativa della capitaneria di porto di Napoli – Guardia Costiera – ed è stata inviata sul posto la motovedetta sar cp 890. Accortisi dell’arrivo della motovedetta, i pescatori di frodo hanno spento le luci e tentato la fuga nascondendosi tra gli anfratti e le rocce sotto costa dove la motovedetta non poteva arrivare. A quel punto è intervenuto a supporto della guardia costiera il personale del parco che, con l’ausilio di piccole e maneggevoli canoe, ha coadiuvato la CP nelle ricerche in mare che si sono concluse dopo circa un’ora con l’individuazione dei malviventi che tentavano di scappare a nuoto verso Coroglio dove avevano lasciato l’auto.
I tre predoni del mare, tutti di origine pugliese, sono stati caricati a bordo della motovedetta assieme alla voluminosa attrezzatura da pesca e trasferiti al comando cp di Napoli. In tale sede i militari della guardia costiera hanno provveduto al sequestro di tutta l’attrezzatura da pesca utilizzata per l’attività illecita, nonché ad elevare due verbali amministrativi per un totale di 8.000 (ottomila) euro.
Si tratta di bande di pescatori di frodo di ricci di mare provenienti da Bari che da anni flagellano le coste napoletane. Una piaga ben nota e direttamente legata alla grande richiesta di “ricci di mare” proveniente dal mercato pugliese. Dopo aver provocato la quasi totale scomparsa di tale specie dalle loro coste, queste bande vengono da anni a depredare le nostre coste facilmente raggiungibili attraverso l’autostrada Napoli-Bari. Nonostante negli ultimi anni questo fenomeno aveva subito una drastica frenata, da diversi mesi si è osservata una netta ed improvvisa recrudescenza di questa attività illegale ed altamente dannosa per il nostro mare. Il Paracentrotus Lividus, il cosiddetto “riccio femmina”, è una specie protetta inserita nell’annesso III del protocollo SPAMI, in quanto “specie che necessita di una gestione oculata” e la cui pesca in Italia è regolamentata dal decreto ministeriale 12 gennaio ’95. E’ importante capire che questa attività di pesca illegale, oltre ad incidere drasticamente sulla popolazione di questa specie nell’area, provoca ripercussioni negative sull’intera comunità biologica marina costiera. la rarefazione del Paracentrotus Lividus, ad esempio, ha immediate ripercussioni negative sull’abbondanza degli stock ittici degli sparidi, rappresentandone una delle fonti di nutrimento principali. In tale panorama generale il Parco della Gaiola per la città di Napoli rappresenta una vera e propria nursery per questa e molte altre specie fondamentali per la salvaguardia ed il ripopolamento del nostro mare ed è anche a favore di tale incantevole habitat naturale che prosegue, con estrema fermezza, l’attività di vigilanza e contrasto ad opera degli uomini e delle donne della guardia costiera.
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