Uil Scuola Rua: Assemblee docenti e personale Ata a Procida e Ischia

PROCIDA – A circa un mese dall’inizio dell’anno scolastico la Uil Scuola Rua ha organizzato, tenendo fede al proprio motto “Nelle scuole tra la gente”, una serie di incontri con docenti, personale tecnico ed amministrativo e collaboratori scolastici per fare il punto della situazione e per raccoglie sul campo, da chi la scuola la vive giorno per giorno e non “per sentito dire”, impressioni, esperienze e proposte per superare le tante difficoltà e questioni aperte da anni o che si sono aggiunte negli ultimi mesi.

Da questo punto di vista giorno 17 ottobre, dalle ore 08 alle ore 10, incontro a Procida presso l’I.C. “A. Capraro” in via Flavio Gioia con il personale delle scuole dell’isola alla presenza del responsabile dell’area flegrea e delle isole di Ischia e Procida Nicola Cutrignelli e del Segretario regione Campania Roberta Vannini; il giorno seguente 18 ottobre, dalle ore 8,30 alle ore 10,30,  appuntamento sull’isola di Ischia presso l’IPS “V. Telese” in via Fondo Bosso, con la partecipazione del neo Segretario generale nazionale Giuseppe D’Aprile. Nel complesso un segno di profondo interesse e vicinanza dei massimi rappresentanti dell’organizzazione sindacale nei confronti dei dirigenti locali e dei tanti iscritti delle isole di Ischia e Procida, e che pone all’ordine del giorno della discussione temi “caldi” quali: Criticità incarichi a tempo determinato docenti da GAE e GPS; Rinnovo del Contratto; Problematiche ATA.

Proprio il Segretario nazionale Giuseppe D’Aprile, nei giorni scorsi, ha lanciato un ulteriore forte grido dall’allarme sulle condizioni della scuola italiana: “Occorre un grande piano Marshall per l’istruzione: era questo il sogno bello di una pandemia che aveva sottratto porzioni di vita agli italiani. Uno slancio ideale, perché – commenta Giuseppe D’Aprile, segretario generale della Uil Scuola Rua – in quel momento critico si era perfettamente percepita l’importanza del sistema scolastico nazionale.

Oggi – a scuole riaperte con areazione naturale, con carenza di organici e un negoziato all’Aran che non decolla – l’OCSE ci ricorda nel suo rapporto annuale i limiti del nostro sistema.

Spendiamo poco per l’istruzione, e lo sappiamo – osserva D’Aprile – oltre un punto percentuale in meno (3,8%) del Pil rispetto ai Paesi dell’Ocse (4,9%). Le retribuzioni dei docenti italiani si confermano più basse della media e – se ciò non bastasse – sono le meno dinamiche (27,4% in meno rispetto agli altri lavoratori con un livello di istruzione terziaria).

Se il 61% dei diplomati al liceo è donna (dato che fa strada in Europa, dove si attesta al 55%) resta ancora alto il livello degli abbandoni scolastici (23%) alle superiori. C’è un 12% di ragazze e ragazzi che non studiano e non lavorano.

Mentre il 92% di tutti i bambini di 3-5 anni è iscritto a programmi d’istruzione dell’infanzia (anche qui siamo ai primi posti del report Ocse) è difficile fare una media della frequenza sotto i 3 anni (27%) con oscillazioni che vanno dall’1 al 63%.

E’ oggi – spiega D’Aprile – che si decide la scuola di domani.

Non si può risparmiare sulla scuola attraverso la quale passa il futuro di questo paese.

Che la coperta sia troppo corta il personale della scuola lo sa, da sempre – aggiunge – ma l’Ocse che ogni volta bacchetta il nostro sistema, senza via d’uscita, è un fatto al quale non ci rassegniamo”.

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