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Agrumeti d’Italia, da oggi saranno tutelati dalla legge

PROCIDA – L’ok, in sede legislativa, della Commissione Agricoltura della Camera spiana definitivamente il terreno alla salvaguardia ed alla valorizzazione di una delle coltivazioni che più di tutte evocano e caratterizzano il Made in Italy agroalimentare e turistico: gli agrumeti. La legge appena approvata, che porta la firma del parlamentare di Forza Italia, Paolo Russo, non solo ne codifica le caratteristiche prevedendo tra l’altro l’individuazione dei territori interessati dal recupero e dalla salvaguardia con un apposito decreto ministeriale ma soprattutto prevede l’istituzione di un apposito Fondo che per il 2017 avrà una dotazione di 3 milioni di euro. Una piccola soddisfazione anche per l’isola di Procida che qualche anno fa, con l’allora assessore all’agricoltura Salvatore Costagliola, aveva portato avanti questo tipo di richiesta.

I limoni di Sorrento, di Capri, Ischia e Procida, gli agrumi della costiera amalfitana ma anche quelli delle altre fasce costiere italiane, dal Gargano alla Sicilia, acquistano così un diritto di cittadinanza che consentirà il recupero di una tradizione agricola che non è fine a se stessa ma che rappresenta un importante elemento di tutela ambientale soprattutto dal punto di vista di prevenzione del dissesto idrogeologico, in un Paese ad altissimo rischio, e di valorizzazione in chiave turistica ed economica di numerose importanti location nazionali. 

“L’Italia accende un faro su un altro pezzo dello straordinario mosaico di tradizione, competenza, bellezza e qualità esclusive che la rappresenta. Tutelare gli agrumeti caratteristici – dichiara Paolo Russo, primo firmatario di una legge che affonda le radici nella precedente legislatura – equivale a tracciare un percorso, ad indicare su quale strada bisognerà camminare per promuovere l’identità dell’Italia agli occhi del mondo”.

“In più – aggiunge Russo, relatore del provvedimento alla Camera – le risorse disponibili consentiranno progetti agricoli e di impresa in grado di rafforzare il trend che vede l’agricoltura produrre Pil e lavoro sopratutto tra i giovani. Il tutto senza dimenticare che coltivare agrumeti significa rendere un servizio alla natura ed all’uomo, alla sua incolumità, alla sua salute e perché no, anche al suo palato. Meno aree abbandonate dai contadini ci sono e più prevenzione c’é rispetto alla tutela dell’ambiente dai dissesti e dalle calamità di ogni genere, compresa quella degli incendi che in queste ore stanno devastando il nostro Sud”. 

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