E’ stato il “Coro delle Voci Bianche” del Teatro San Carlo ad aprire la commemorazione che ogni anno si tiene alla Stazione centrale di Napoli in ricordo delle vittime della strage del Rapido 904, il treno che la mattina del 23 dicembre di trentuno anni fa partito da Napoli alla volta di Milano, saltò in aria a causa della deflagrazione di una bomba che mani fasciste collocarono nella carrozza numero 9. Tra le diciassette vittime ci fu anche Federica Taglialatela, bambina ischitana di appena dodici anni e il papà Gioacchino che morì tempo dopo a causa della gravi ferite riportate. Sul palco allestito per l’occasione, i rappresentanti istituzionali si sono alternati intervenendo nel corso di una breve cerimonia coordinata dal giornalista Gianni Vuoso. Rosaria Manzo, Presidente dell’Associazione “Feriti e Familiari delle Vittime della Strage sul Treno Rapido 904 del 23 dicembre 1984”, ha sottolineato l’assurdità del fatto che dopo tanti anni siano ancora sconosciuti i responsabili di questa strage di Stato. “Era il 23 dicembre del 1984 – ha esordito Rosaria Manzo – alle ore 12.55 partì dal binario undici di questa stazione il treno rapido 904 diretto a Milano. Diretto a Milano ma non ci arrivò mai. Non ci arrivò mai, punto. Sappiamo solo questo. Sappiamo solo che il treno non è mai arrivato a destinazione. E ci chiediamo ancora perché. Conosciamo solo una sequenza di nomi, di coinvolgimenti. Sembra una nebbia che si addensa nel tempo e che pare aver sbiadito un quadro che inizialmente poteva sembrar più chiaro. Ancora oggi, quindi, siamo qui a porci la domanda che in ogni Stato democratico dovrebbe essere interesse comune trovare prontamente risposta. Chi è stato e perché a distanza di trentuno anni da quel terribile attentato siamo qui superstiti e parenti delle vittime a chiedere verità e giustizia”.

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