Così come aveva affermato in più di una occasione Aniello Scotto di Santolo, uno dei maggiori personaggi della DC a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 ricoprendo anche la carica di Primo Cittadino, candidato Sindaco all’ultima tornata con “Insieme per Procida”, sconfitto per un centinaio di voti, ha rassegnato le proprie dimissioni da Consigliere Comunale.
Quali sono stati i motivi delle tue dimissioni da consigliere comunale?
Questa decisione, maturata dopo un ampio confronto nel gruppo Insieme per Procida, è stata determinata dalla volontà di mantenere una promessa fatta agli elettori nel 2010.
Alla base del progetto politico di Insieme per Procida c’è la partecipazione della cittadinanza e l’impegno a creare una nuova classe dirigente per l’isola. Con l’ingresso di nuove figure nel Consiglio Comunale si contribuisce a realizzare questo progetto, arrivando alla prossima scadenza elettorale con una squadra forte e competitiva.
Ciò non significa che non continuerò a dare il mio contributo di idee e di esperienza al gruppo, al contrario, cercherò insieme agli altri di costruire un futuro migliore per Procida.
Quale voleva essere il tuo contributo, e cosa ti aspettavi, al momento della tua discesa in campo per le elezioni del 2010?
Quando abbiamo deciso di impegnarci politicamente era stata fatta una analisi sulla realtà procidana dalla quale risultava assente da decenni una Politica per il paese ed ancora oggi, sfido chiunque, a spiegarmi in che direzione sta andando Procida.
Se avessimo vinto, ci sarebbe stato un cambiamento radicale nella gestione politica, avremo proceduto seguendo la logica di analisi, progettazione e programmazione per la soluzione dei problemi di Procida, condividendo sempre con la cittadinanza i vari processi di lavoro.
Dall’opposizione, abbiamo tentato di suggerire alla maggioranza le soluzioni di alcune problematiche ma, purtroppo, l’Amministrazione si è sempre mostrata sorda. In alcuni casi siamo stati costretti a rappresentare le nostre istanze ad Autorità esterni al Consiglio Comunale (Prefettura, Consiglio Regionale, Ministeri, Corte dei Conti) per avere ragione su comportamenti non corretti.
Il mio contributo poteva essere politico (seguendo una linea politica ben determinata) e tecnico (Informatizzazione ed Organizzazione) ma, la mancanza di dialogo con l’Amministrazione ci ha impedito di esprimere migliori possibilità per la nostra isola.
Anche nella qualità di Presidente della Commissione Trasparenza, non ho mai potuto accedere agli atti di gestione delle società Partecipate ( Isola di Procida Navigando, SAP, SEPA).
In questi 40 mesi di consigliatura cosa andrà ricordato e cosa dimenticato?
Niente deve essere dimenticato perché anche le esperienze negative, fatte da altri, devono servire per non commettere gli stessi errori (cosa che questa maggioranza, ormai da 20 anni, non ha ancora capito e continua a perseverare seguendo le vecchie logiche di compromissioni e clientelismo).
Una cosa positiva è l’acquisizione del Carcere, ma anche in questo caso c’è di negativo l’aver accettato i troppi vincoli imposti dalla Soprintendenza e, trattandosi di un piano a lunga scadenza (14 anni), non aver accettato un nostro contributo al piano di valorizzazione.
Di altamente negativo c’è la mancata riorganizzazione dell’Azienda Comune e delle sue partecipate che continuano a pesare sempre di più sulle tasche dei procidani e, se non bastasse, per coprire i debiti della loro gestione, la vendita delle proprietà immobiliari.
Quale il tuo parere sul lavoro del sindaco e della sua amministrazione?
Premetto che il mio giudizio è personale ed è formulato quindi da chi si è formato professionalmente nella pubblica amministrazione fuori dall’isola di Procida.
Secondo me manca totalmente una linea Politica (assenza di un progetto concreto che stabilisca con determinazione dove si vuole condurre l’isola) e manca di una formazione tecnica per organizzare correttamente la gestione della Azienda Comunale. Non si può amministrare un paese seguendo la volontà di tutti, preoccupandosi esclusivamente di non mettersi contro nessuno per motivi elettorali. Bisogna, invece, determinare obbiettivi precisi condividendoli con la comunità locale e passare alla realizzazione progettuale per il raggiungimento degli stessi, con determinazione, senza farsi tirare la “ giacchetta”. Per la incapacità di gestione, invece, c’è un equivoco di fondo; il sindaco si aspetta che i dirigenti risolvano i problemi gestionali, ma questo non può sussistere in assenza di una formazione tecnica dotandoli di strumenti idonei previsti per la Pubblica Amministrazione. Pertanto ci troviamo nell’assurdo che il contratto di lavoro prevede il riconoscimento delle indennità di risultato da riconoscere ai dirigenti, ma il Comune non ha un piano di centri di costo, non ha una contabilità economica ed una contabilità analitica, non ha un controllo di gestione, non ha pertanto gli strumenti tecnici per misurare il raggiungimento dei risultati.
Da politico navigato quale sei, a circa un anno e mezzo dalle nuove elezioni comunali, quali gli scenari possibili?
Non mi ritengo un politico e meno ancora navigato. Mi sento invece un tecnico che ama la sua isola anche perché la mia famiglia come tutti gli Scotto hanno una storia millenaria,a questo do un forte significato morale, ed è anche per questo non finirò di occuparmi della mia isola. Le previsioni non riesco a farle, penso comunque che è nostro dovere occuparci della nostra comunità e proiettarla in un futuro più roseo.
A pensare che l’ho anche votato- ma che delusione- prima, durante, e dopo- allora èra tutto vero…. che queste dimissioni erano già preventivate sin dall’inizio in caso di sconfitta- prima si dimetteva il medico scotto, e poi quest’ultimo.
io speravo una cosa sola, che non avrebbe fatto vendere le quote del porto- NON C’E’ RIUSCITO-
Egr. direttore della testata se ritiene impertinenza la presente non la pubblica. voglio aggiungere Al sig. dimissionario : io l’ho votato, ma ne sono pentito fin dal primo giorno, è meglio che resta a casa anche nel futuro , insieme alla sua “TRUPPA” e che si porta anche il sindaco &. C. Che delusione.