La caduta del muro ha rappresentato, simbolicamente, il segno della fine del totalitarismo, della divisiva e terribile visione manichea tra il bene e il male, e, l’apertura del cammino gaudioso e radioso della liberta solidale. Ciò è accaduto?
Nello scorrere il divenire degli eventi, sperimentiamo che niente e cambiato. Anzi ci troviamo nel cuore delle tenebre di egoismo, di odio nazionalista, sovranista, populista che stanno fiaccando lo spirito e la sostanza della democrazia. Prendiamo il nostro paese dove sperimentiamo che il Cristo fermatosi ad Eboli è sempre più oltraggiato e desertificato: il tragico dramma dell’Ilva di Taranto sta a manifestarlo. Come l’esodo biblico della nostra sana e bella gioventù. Un esempio forte lo viviamo direttamente nel luogo in cui abitiamo, in una meravigliosa polis marina del sud, Procida intristita sempre di più dalla partenza dei nostri figli e nipoti per la mancanza di un futuro nella terra natia. Destino ineluttabile accompagnato da una classe politica senza una visione solidale in balia delle onde voluminose degli istinti belluini che stanno governando il vivere dell’uomo contemporaneo.
D’altra parte ci troviamo in società con classe dirigente senza anima, con organizzazioni criminali che, ormai, condizionano quasi tutti i governi, con partiti politici, degni dei fantasmi rissosi del grande Eduardo de Filippo, con una ostentata cristianità che racchiude una moltitudine di analfabeti del vangelo, pieni di odio, di razzismo, di disprezzo. Vogliamo ricordare che Hitler andò al potere con un voto plebiscitario di un popolo non più capito dalla sinistra del tempo, ma ammaliato e rassicurato da chi offriva risposte alle proprie paure, all’incubo disumano di contagiarsi con l’altro l’alieno da se.
Mettere la scorta a Liliana Segre fa tremare le vene e i polsi, spinti anche dalle convulsioni dei flussi migratori, dalla recessione ultradecennale, dal terrorismo islamico, dalla rivoluzione informatica, dalla mancanza di etica della responsabilità della politica dal declino della qualità della comunicazione e della informazione tanto da travolgere gli argini di difesa democratica. Urge una rivoluzione copernicana che crei una disposizione al vero, al bello, al buono che renda l’accesso alla liberta non aggressiva ma sincera piena di buon volere.
Cosi la scuola sia messa in condizione di non essere più un semplice imbottimento senza badare allo stimolo creatore della ricerca che tende alla conoscenza, ai valori sino al proprio autolimite, la mancanza dei quali prepara ad una cattiva disposizione verso qualsiasi dialogo, creando continue rotture e mancanza di equilibrio come sta avvenendo nella drammaticità esistenziale della società contemporanea.
Postilla finale: l’importanza del rapporto tra i cittadini e fondamentale, una funzione utile e primaria ad una sua positiva esplicazione viene indicata dal pensiero antico nella figura simbolica dell’amicizia, intesa come apertura agli altri in modo disinteressato, tesa al piacere di stare insieme, elemento educativo per mostrare come bisogna vivere.