
di Gennaro Savio
Tre anni fa il Comune di Casamicciola Terme veniva messo in ginocchio dall’alluvione che sconvolse il centro storico della famosa Cittadina termale già teatro, nei secoli scorsi, di tragici fenomeni naturali. Due furono le frane che si staccarono dalla montagna. Una finì per invadere via Mortito e l’altra, la più consistente, staccatasi dal monte Epomeo, si riversò in piazza Bagni, la zona termale per antonomasia di Casamicciola. Il fiume di fango attraversò tutto il Paese lasciando dietro di se morte e distruzione. Era la mattina del 10 novembre 2009 quando l’intera isola d’Ischia si fermò sgomenta dinanzi alla morte della piccola Anna De Felice, la solare quindicenne travolta dalla frana. Furono giorni di angoscia e di paura durante i quali finì sotto accusa la mancata pulizia degli alvei. Ci fu, come accade sempre in queste occasioni, la solita passerella mediatica di tecnici e politici di turno che rassicurarono la popolazione circa la messa in opera di interventi attui a mettere in sicurezza l’abitato da future alluvioni.
Ma oltre alle parole e alle promesse, da tre anni a questa parte poco o nulla è cambiato a Casamicciola Terme e in via Mortito si attende ancora la messa in sicurezza della montagna. Ma quello che oggi lascia perplessi e indigna le coscienze sensibili dell’isola Verde, è il silenzio con cui continuano a trascorrere gli anniversari della tragedia del 10 novembre 2009. Non un manifesto che ricordasse l’alluvione, non un’iniziativa pubblica che servisse a mantenere vivo il ricordo della tragedia quasi nulla fosse accaduto: assurdo! Anche quest’anno non si è pensato neppure di indire un Consiglio comunale ad hoc e neppure le polemiche dell’anno scorso che timidamente si sollevarono sono servite a far ricordare degnamente questa tragedia nel terzo anniversario.