PROCIDA – A volte all’improvviso, ti giungono notizie che ti lasciano di sasso, senza parole.
Notizie che in una bella giornata di primavera, alle soglie di Pasqua, non vorresti proprio sentire. Dirai che il mondo così è fatto, ogni giorno si nasce, ogni giorno si vive, e tutti i giorni si muore pure.
Intanto consideri che non tutte le morti sono uguali. Oggi va via un altro pezzo di storia procidana.
Ci lascia Silvana Angelino, la levatrice, da tutti conosciuta come la “mamminella”.
Originaria di Cairo Montenotte, da giovane, venendo in gita a Procida, conobbe Tanino e se ne innamorò. Il forte amore che si consolidò tra i due, li portò entrambi all’altare e da quel giorno la levatrice piemontese non lasciò più Procida.
Allietarono il matrimonio due splendidi figli, Ercole e Simone.
Piccolina di statura, ma di carattere forte, in qualsiasi momento si imponeva per le rapide decisioni, senza farsi mai sopraffare dalle facili emozioni.
Aiutava le donne procidane non solo durante il parto ma le seguiva per l’intera gravidanza, elargendo consigli, e infondendo in loro la massima sicurezza.
E questo per oltre mezzo secolo. Alle soglie della pensione, svolse il proprio lavoro dietro una scrivania all’ USL. Anche se come era suo carattere, si impegnasse con diligenza nel nuovo lavoro, credo che nell’intimo soffrisse.
Lei abituata ad una vita movimentata, lei avvezza ai dolori e alla gioia delle donne partorienti, certamente avvertiva la mancanza quel mondo pieno di vita, che aveva lasciato alle spalle. Buon per lei, che non si avvide che quel mondo andava man mano scomparendo. A Procida nessuno nasceva più in casa. Tutti a Napoli a partorire in clinica e per la maggior parte con taglio cesareo.
Gli ultimi giorni della sua vita volle, per sua libera scelta, trascorrerli nell’ospedale civico Albano, come ospite, come persona anziana fra gli anziani, ma senza mai perdere la propria indipendenza.
Ha lasciato questa vita con grande serenità concedendosi tutto fino alla fine.
Di una donna che amava la Vita così a fondo, come dicevo all’inizio, stentiamo a credere che sia morta.
Cara Silvana, stai tranquilla, per noi sarai sempre viva, sempre presente nei nostri ricordi, e soprattutto nei nostri cuori. Riposa in pace.
Tutti noi che abbiamo lavorato all’ospedale civico Albano e ti abbiamo conosciuto, e abbiamo apprezzato la tua umanità, ti salutiamo per l’ultima volta ed abbracciamo i tuoi figli Ercole e Simone, condividendone l”incolmabile dolore.
Peppino Ambrosino