Dal 2012 donne in pensione a 65 anni

Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera all’equiparazione dell’età delle pensioni di vecchiaia tra uomini e donne nel pubblico impiego. L’Italia ottempera così a una richiesta del governo di Bruxelles. Le donne andranno in pensione a 65 anni a partire dal primo gennaio 2012. Lo scatto da 61 a 65 anni di età comporterà, complessivamente, un risparmio per le casse dello stato di 1,45 miliardi tra il 2012 e il 2019. La misura di allungamento dell’età pensionabile comporta infatti minori esborsi per 2 miliardi di euro ma, depurando la cifra dai maggiori costi che il mantenimento al lavoro delle lavoratrici pubbliche comporterà, la cifra si riduce. Nel computo entrano infatti i mancati risparmi derivanti dalla riduzione dell’effetto sul blocco, parziale, del turn over nel pubblico impiego, dal maggiore costo in termini di stipendi rispetto all’assegno pensionistico e dalla rivalutazione delle liquidazioni. La scelta di uno scalone unico avrà effetti meno “drastici” per le lavoratrici spiega il vicepresidente della Commissione lavoro alla Camera, Giuliano Cazzola, evidenziando come questa scelta ‘salva’ le lavoratrici che maturano nel corso del 2011 i requisiti previsti (61 anni di età e 20 anni di anzianità contributiva) per andare, se lo riterranno, in quiescenza. La norma sull’età di pensionamento delle dipendenti pubbliche, che verrà inserita molto probabilmente come emendamento alla manovra di correzione dei conti pubblici, inciderà su 32.300 lavoratrici che resteranno bloccate a lavoro tra il 2012 e il 2017. Tra queste ben 18 mila sono dipendenti della scuola, visto che dall’analisi dei dati storici risulta che il 56% delle donne che vanno in pensione di vecchiaia anticipata, appartengono al comparto della scuola. Solo nella scuola l’introduzione della finestra scorrevole’ di 12 mesi, determinerebbe uno slittamento della spesa con conseguenti risparmi di 230 milioni l’anno. Nessun adeguamento e’ invece previsto per le lavoratrici private. Lo ha assicurato anche oggi il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi: ”continueremo a mantenere invariata la differenza fra età di pensione degli uomini e delle donne nel privato. L’equiparazione – ha ribadito – sarà solo per le donne che lavorano nel pubblico impiego”.

Fonte: www.confcommercio.it

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