In totale sono almeno 20 le navi e 400 i marittimi, di diversa nazionalità, in mano ai pirati somali. In realtà però, le navi e i marittimi sono molti di più. Almeno 30 i primi e 600 i secondi. Tra i prigionieri dei pirati somali almeno due donne e dei minori. Si tratta di una sudafricana e di una danese. Mentre i minori sono danesi.
* SOCOTRA 1: sequestrata il 25 dicembre 2009, nel Golfo di Aden. The Yemeni-owned ship had six Yemeni crew. Nave yemenita aveva sei membri di equipaggio tutti yemeniti. * ICEBERG 1: Nave di 4500 tonnellate sequestrata il 29 marzo 2010. Roll-on roll-off catturata a 10 miglia dal porto di Aden. Equipaggio di 24 marittimi provenienti da Yemen, India,Ghana, Sudan, Pakistan e Filippine. Purtroppo sembra che due marittimi yemeniti siano morti in prigionia uccisi dai pirati. * FV PRANTALAY 11, 12 e 14 – Flotta di navi da pesca dirottate il 17 e il 18 aprile 2010. I pescherecci battenti bandiera di Gibuti sono di proprietà di una società thailandese e sono state catturate al largo dell’isola di Minicoy nella zona di pesca delle Maldive. Stavano pescando di frodo. A bordo in totale 77 marittimi di cui 12 thailandesi, 14 birmani e gli altri di diversa nazionalità. Prantalay 11 e 14 sono stati liberati da navi della marina indiana mentre erano utilizzate come navi madri, il secondo è però affondato, mentre Prantalay 12 è ancora trattenuto in ostaggio insieme a 4 marittimi thailandesi. Gli altri sono stati rilasciati tranne 7 che sono morti durante la prigionia di fame e malattia. * OLIB G: Nave di 6.585 tonnellate sequestrata l’8 settembre 2010. Il mercantile è stato catturato all’interno del corridoio di transito internazionale, IRTC, nel Golfo di Aden. Battente bandiera maltese la nave mercantile ha a bordo 18 membri equipaggi, 15 georgiani e 3 turchi. L’IRTC è un settore nel quale la missione navale Atalanta di EU NAVFOR, Task Force 465, la missione navale NATO, Task Force 508, e Forza marittima combinato, Task Force 151, coordinano un pattugliamento e la protezione dei transiti marittimi. * NY CHOIZIL: Barca a vela sequestrata il 26 ottobre 2010. Yacht del Sudafrica dirottato dopo aver lasciato Dar es Salaam. A bordo tre sudafricani, due uomini e una odnna. Uno dei due uomini, lo skipper Peter Eldridge, nel corso del dirottamento riuscì a scappare, ma gli altri due, una coppia, Bruno Pelizzari e la sua fidanzata Deborah Calitz entrambi di Durban, vennero catturati e portati a terra. Da allora sono trattenuti come ostaggi e non se ne sa più nulla. * MV POLAR: nave cisterna di 72.825 tonnellate sequestrata il 30 ottobre 2010. Di proprietà di una compagnia Liberiana e battente bandiera di Panama. Dirottata a 580 miglia ad est di Socotra. Equipaggio di 24 marittimi, un rumeno, tre greci, 4 montenegrini e 16 filippini. * ALBEDO: Nave portacontainer sequestrata il 26 novembre 2010. Nave di proprietà compagnia malese e battente bandiera malese è stata catturata a 900 miglia al largo della Somalia mentre si dirigeva per Mombasa da Emirati Arabi Uniti. Equipaggio di 23 marittimi provenienti dal Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka e Iran . * MV PANAMA: Nave portacontainer sequestrata il 10 dicembre 2010. Battente bandiera liberiana e gestita da una società americana. La nave è stata catturata sulla rotta da Tanzania a Beira in Monzabico. Equipaggio di 23 marittimi dal Myanmar. * MV ORNA: Nave portarinfuse di 27.915 tonnellate di stazza sequestrata il 20 dicembre 2010. La nave battente bandiera di Panama è di proprietà degli Emirati Arabi Uniti, ed è stata sequestrata a 400 miglia a nord-est delle Seychelles. Carico e numero dei membri dell’equipaggio a bordo non sono noti. La MV ORNA non era stata registrata con MSCHOA o UKMTO. * SHIUH FU N. 1: Nave da pesca sequestrata 25 dicembre 2010. Nave di proprietà taiwanese. Il peschereccio è stato catturato a 120 miglia nautiche dalla punta nord-est del Madagascar nell’Oceano Indiano. La nave aveva un equipaggio di 26 membri composto da taiwanesi, cinesi e vietnamiti. * MV BLIDA: Bulk carrier di 20.586 tonnellate sequestrata il primo gennaio 2011. La nave battente bandiera algerina è stata sequestrata a circa 150 chilometri a sudest di Salalah, Oman. La nave, con 27 equipaggi provenienti da Algeria, Ucraina e Filippine, si stava dirigendo a Dar es Salaam, in Tanzania, da Salalah in Oman. * HOANG SON DOM: Nave portarinfuse di 22.835 tonnellate sequestrata il 19 gennaio 2010. La nave portarinfuse battente bandiera mongola e di proprietà vietnamita. L’imbarcazione è stata sequestrata a circa 520 miglia nautiche a sud-est del porto di Muscat, Oman. A bordo un equipaggio di 24 marittimi tutti vietnamiti. Purtroppo sembra che due di essi siano già morti in prigionia uccisi dai pirati. La MV HOANG SON DOM non era stata registrata con MSC-HOA o UKMTO. * SAVINA CAYLYN: Superpetroliera sequestrata l’8 febbraio 2010. Nave battente bandiera italiana e di proprietà di compagnia di marittima di Napoli. La petroliera era in navigazione da Malesia a Sudan, quando è stata attaccata a 670 miglia ad est di Socotra Island. A bordo 5 italiani e 17 indiani come membri dell’equipaggio. * MV SININ: Nave portarinfuse di 52.466 tonnellate sequestrata il 12 febbraio 2010. Di proprietà maltese e battente bandiera di Malta. La nave è stata catturata nel Mare del Nord arabo. A bordo un equipaggio di 13 iraniani e 10 indiani. La nave era in rotta verso Singapore da Fujairah negli Emirati Arabi Uniti. La MV SININ non era stata registrata con MSC-HOA o UKMTO. * FV ALFARDOUS: Nave da pesca sequestrata il 13 febbraio 2010. Si tratta di un peschereccio yemenita catturato dai pirati vicino all’isola di Socotra nel Golfo di Aden ed ha un equipaggio di 8 marittimi di cui non si conosce nazionalità. * NY ING: Barca a vela sequestrata il 24 febbraio 201. Yacht battente bandiera danese dirottato mentre era in navigazione dalle Maldive verso l’Africa. A bordo sette danesi. Una coppia e i loro tre figli, tutti minori di 17, 15 e 13 anni, e due membri dell’equipaggio. Sono stati tutti portati a terra e da allora sono trattenuti come ostaggi. * MV DOVER: Nave sequestrata il 28 febbraio 2010. Il mercantile è Stato catturato a circa 260 miglia nautiche a nord-est di Salalah in Oman mentre era in viaggio verso Saleef nello Yemen da Port Quasim in Pakistan. La nave battente bandiera panamense è di proprietà greca. L’equipaggio è composto da 3 rumeni, un russo e 19 filippini. * SINAR KINDUS: Nave portarinfuse sequestrata il 16 marzo 2010. Nave battente bandiera Indonesia ed è di proprietà di una compagnia marittima indonesiana. Il cargo è stato catturato a circa 320 km a nord est di Socotra nel bacino somalo. A bordo della nave 20 membri di equipaggio. La nave è stata subito utilizzata per lanciare attacchi pirati fungendo da nave madre. * ROSALIA D’AMATO: Nave portarinfuse di 74.500 tonnellate sequestrata il 21 aprile 2010. Di proprietà italiana e battente il tricolore la nave è stata catturata a 350 miglia al largo della costa dell’Oman. La nave portarinfuse era in viaggio verso Bandar Imam Khomeini in Iran dal Brasile con un carico di soia quando è stata catturata dai pirati somali. A bordo 21 membri di equipaggio, 6 sono italiani e 15 filippini. * GEMINI: Motonave di 29.871 tonnellate è stata sequestrata il 30 aprile 2010. La nave, battente bandiera di Singapore e di proprietà di una compagnia marittima di Singapore, è stata sequestrata al largo della costa della Tanzania a 115 miglia a est di Zanzibar. La nave trasportava un carico di olio di palma grezzo da Kuala Tanjung in Indonesia a Mombasa in Kenya. A bordo 25 membri di equipaggio composti da 4 marittimi provenienti dalla Corea del Sud, 13 dall’Indonesia, 3 dal Myanmar e 5 dalla Cina .
In totale sono almeno 20 le navi in mano ai pirati somali. Navi trattenute in ostaggio insieme ai loro equipaggi in attesa che venga pagato un riscatto per il loro rilascio. Sono circa 400 i marittimi di diversa nazionalità prigionieri in Somalia. Tra essi anche degli europei. Cosa ancor peggiore tra gli ostaggi dei pirati somali anche almeno due donne e dei minori. Si tratta di una sudafricana e di una danese. Mentre i minori sono danesi. In realtà però, le navi e i marittimi sono molti di più. Almeno 30 i primi e 600 i secondi. Purtroppo o perché non registrate con MSC-HOA o UKMTO o perché non ne viene denunciata la cattura, per molte navi e marittimi il dramma del sequestro si consuma nel silenzio. A volte risolvendosi dopo il pagamento di un riscatto e a volte sparendo per sempre senza più dare traccia o notizia di loro. La MSC-HOA è un centro di sicurezza marittima per il Corno D’Africa ed è nato su iniziativa della Ue NAVFOR. Il centro fornisce assistenza h/24 occupandosi del controllo delle navi in transito attraverso il Golfo di Aden. Sul suo sito web interattivo il Centro consente di
comunicare con esso e fornisce le più recenti linee guida anti-pirateria per l’industria e per le compagnie di navigazione e consente agli operatori di registrare i loro movimenti attraverso la regione. Purtroppo i governi di molti Paesi hanno adottato una stessa linea, ossia nessuna trattativa con i sequestratori, almeno ufficialmente. Per cui la ‘raccolta’ del denaro, necessario per pagare il riscatto, è affidata alla compagnia marittima proprietaria della nave oppure, nel caso di turisti, come quelli degli Yacht CHOZIL e ING, agli amici e parenti dei sequestrati. Purtroppo tutto questo non gioca a favore degli ostaggi e inoltre, la situazione generale nei mari e lungo le coste della Somalia è sempre più drammatica con un aumento esponenziale della violenza. Si ricorre sempre di più all’uso delle armi. Un ricorso specie da parte delle navi da guerra impegnate nelle missioni antipirateria. Un situazione questa, che ha comportato l’uccisioni di diversi pirati scatenando la volontà di compiere ritorsioni da parte dei predoni del mare. Inoltre, l’incattivirsi della situazione ha costretto, negli ultimi tempi, le varie gang del mare, che operano al largo della Somalia, a dover affrontare molti cambiamenti per evitare di correre rischi inutili, e questo ha influito molto anche sulle trattative per il rilascio degli ostaggi. Quello che però, prevale su tutto è che la situazione è davvero preoccupante sopratutto perché sembra che non vengano fatti veri e importanti sforzi per cercare di liberare uomini e navi. Alcuni dei quali sono prigionieri in Somali anche da oltre un anno. Non bisogna dimenticarsi che per loro questa prigionia è un vero inferno.
Ferdinando Pelliccia