Pirateria. Procida. Sotto accusa l’inerzia del governo e della politica

MARITTIMI SEQUESTRATI DA MESI DAI PIRATI: 300 IMBARCAZIONI E MIGLIAIA DI CITTADINI SFILANO IN PROTESTA DA PROCIDA SINO A ISCHIA

Servizio a cura di Gennaro Savio, immagini esclusive della Redazione di Procida TV

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Migliaia di cittadini a bordo di circa trecento imbarcazioni hanno sfilato in corteo da Procida sino ad Ischia per ricordare al governo di centrodestra e alle Istituzioni italiane il dramma che ha colpito ormai da mesi  ben quattro marittimi procidani sequestrati dai pirati somali. Si tratta di Ambrosino Vincenzo e Odoaldo Gennaro in mano agli ostaggi sulla “Rosalia D’Amato” dal 21 aprile 2011 e di Giuseppe Lubrano Lavadera ed Enzo Guardascione presi in ostaggio l’8 febbraio 2011 sulla nave “Savina Caylyn”. Il corteo di barche sulle quali erano esposti drappi bianchi e striscioni, è durato alcune ore e non è certamente passato inosservato alle migliaia e migliaia di turisti che in questi giorni ferragostani affollano i lidi delle Isole del Golfo di Napoli. Ma la rabbia della popolazione di Procida a difesa dei suoi quattro concittadini sequestrati da mesi dai pirati somali, è esplosa improvvisa e irrefrenabile quattro giorni fa quando migliaia di Procidani si sono ritrovati sulla banchina di Marina Grande per solidarizzare con i parenti dei sequestrati. E’ stata una imponente manifestazione di popolo attraverso la quale tutta Procida ha chiesto a gran voce l’immediata liberazione dei propri concittadini. In parecchi si sono incatenati e non sono mancati momenti di forte tensione. Urla, spintoni, resse e porto praticamente paralizzato ad oltranza con navi ed aliscafi impossibilitati ad attraccare e partire in orario. La cosa che in questi giorni ha determinato lo scatto d’orgoglio dei Procidani è stato il fatto che i quattro marittimi sono tenuti in ostaggio ormai da mesi lungo le coste somale e, nonostante questo, a livello diplomatico la situazione continua a stare in standby tra la totale e assurda indifferenza del mondo politico e istituzionale. I parenti dei sequestrati sono esasperati e stanchi dell’inerzia di chi dovrebbe fare di tutto per liberare i propri cari. In molti da queste parti, e come dargli torto, sono convinti che se si fosse trattato di ostaggi appartenenti all’elite della società italiana e se ad essere rapiti fossero stati dei diplomatici o dei politici o dei semplici protagonisti della grande finanza, la politica e le Istituzioni italiane avrebbero tenuta quotidianamente alta la tensione e i mass-media ci avrebbero costantemente bombardati di notizie in merito per sensibilizzare l’opinione pubblica e per spingere chi di dovere ad adoperarsi per trovare una soluzione. Invece, trattandosi di umili e laboriosi lavoratori, tutti sembrano essersene dimenticati anche grazie all’incapacità di far valere gli interessi della collettività procidana da parte dei rappresentanti politici locali eletti in seno alle più importanti Istituzioni del nostro Paese: assurdo! Sul sequestro di queste navi non si sa più nulla da tempo e questo perché il governo Berlusconi, nel mentre a voce alta e roboante cerca di approvare leggi  antipopolari ed antidemocratiche,  ha imposto una sorta di ‘black out’ nelle informazioni che seppur con discontinuità, continuano fortunatamente a giungere in Italia e questo ha fatto si, praticamente, che la vicenda venisse dimenticata e da oggi in poi se ne parlerà è solo grazie al popolo di Procida che è sceso in piazza determinato e combattivo per chiedere la liberazione degli ostaggi in mano ai pirati somali. Una lotta, quella intrapresa dai procidani che certamente non si fermerà qui ma andrà avanti sino a quando Enzo, Giuseppe, Gennaro e Vincenzo non saranno liberati. Naturalmente, nell’esprimere la piena e sincera solidarietà alle famiglie coinvolte in questo dramma, vogliamo augurarci veramente di cuore che quanto prima i marittimi sequestrati possano far ritorno a casa e poter riabbracciare, così, i propri cari.

*Direttore di PCIML-TV

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